Kōji Suzuki: differenze tra le versioni
scrittore giapponese
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Versione delle 19:34, 5 giu 2006
Kōji Suzuki (1957 - vivente), scrittore giapponese.
I.H. Magazine, a cura di Amalia Di Mangano, 29 marzo 2006
- In Giappone, in passato, il concetto di padre che si impegna per qualcosa era sempre stato collegato alla Patria, alla società, mai alla famiglia! Il padre-tipo giapponese era invariabilmente un genitore duro, dispotico e poco propenso al dialogo con i propri figli; un tempo si diceva “il padre dà la schiena alla famiglia e i figli crescono osservando la schiena del padre”. Solo che dando le spalle alla famiglia è impossibile comunicare! Bisogna girarsi e guardarsi in viso l'un l'altro per farlo!
- Io credo che ogni romanzo sia una commistione di esperienze personali e non, di elementi nuovi ed elementi già acquisiti.
- Io non penso che il male sia legato alla tecnologia, anzi credo molto nelle capacità dell'uomo e nelle sue creazioni. Sono una persona ottimista che confida nei giovani e nel futuro. C'è molta gente che si lamenta dicendo "ai miei tempi non era così, dove andremo a finire di questo passo?" ma io la penso diversamente e ripongo molta fiducia nella forza presente in ognuno di noi.
- Penso che i film tratti dai miei lavori siano molto interessanti e [...] i risultati finali sono stati molto soddisfacenti ma i romanzi rimangono comunque un'esperienza più "vera". Leggendo i libri il lettore partecipa attivamente alla narrazione, non si limita a subire le immagini ma le rielabora, integrandole con le proprie esperienze personali e vivendo quindi emozioni più profonde. Da questo punto di vista, i film rappresentano qualcosa di più passivo in cui l'immaginazione del singolo ha un ruolo di secondo piano.
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