Carmine Crocco: differenze tra le versioni

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==Citazioni su Carmine Crocco==
*Alto della persona 1,75 cm, robusto, svelto, con occhio indagatore, sospettoso, attento. Non vi è nel suo corpo di straordinario che la grandezza e la sporgenza dei seni frontali e delle arcate orbitali, e un cranio rispetto alla statura non molto grande (55 cm di circonferenza massima). La circonferenza toracica è di 92 cm, la persona è ancora dritta e resistente, dopo una vita agitata, piena di stenti, di sofferenze, di timori e di pericoli; è una intelligenza non ricca al certo, né libera da superstizioni (porta il rosario al collo, amuleti), ma chiara, ordinata e sicura. Non è andato a scuola, ma nella sua vita di pastore, un po' da sé, un po' aiutato, imparò a leggere e scrivere, in tal modo da poter esprimere i suoi pensieri sulla carta e facendosi comprendere molto bene. (Pasquale Penta, ''Rivista mensile di Psichiatria forense'', numeri 8 e 9 dell'agosto e settembre 1901)
*Carmine Donatello Crocco fu un bellissimo uomo, alto, slanciato, con ventre magro e torso grande, amplissime le spalle, ladro, assassino, disertore dell'esercito borbonico, lancia spezzata dei liberali nell'insurrezione lucana, garibaldino e poi ancora disertore, assassino ancora, ladro sempre. Fu soprattutto il cafone armato che infuria, il motore e il banditore della rivoluzione contadina, piuttosto che della reazione borbonica. La sua è la rivolta del popolo magro contro la durezza dei piemontesi che han portato con loro tristi novità, tasse, sequestri, sfratti e fucilazioni. ([[Carlo Alianello]])
 
*Andate a dire al re Francesco II che non vi hanno che miserabili e scellerati per difenderlo, che Crocco è un sacripante e Langlois un bruto. ([[José Borjes]])
*Carmine Crocco, che ebbe sotto di sé numerose bande di contadini e di soldati del disciolto esercito, nel 1862 depose ogni maschera politica e continuò a fare alla scoperta quello che in sostanza aveva fatto sempre, puro brigantaggio, e poi dal grosso brigantaggio discese al piccolo, e finalmente abbandonò la sua provincia nativa e l'Italia meridionale, passando il confine e rifugiandosi a Roma nell'agosto del 1864. Le sue posteriori vicende non meritano l'attenzione dello storico. Il governo italiano lo ritrovò a Roma, prigione, nel 1870, e lo sottopose a processo, nel quale egli, pur mentendo quanto poteva, non si atteggiò a campione politico, e disse chiaro che egli era, e non poteva essere, se non un capo di briganti. ([[Benedetto Croce]])
 
*Appellantesi generale, intento più a rapinare che alla causa regia. ([[Giacinto de' Sivo]])
*In poco tempo era diventato il più temuto e rispettato capobanda della Lucania non soltanto per il suo coraggio, ma anche per la sua intelligenza di guerrigliero. Fu in questo arengo che Crocco venne riconosciuto Generalissimo non solo per l'autorità che gli conferivano le sue gesta, ma anche perché, sebbene mezzo analfabeta, possedeva un'oratoria immaginosa e apocalittica. ([[Indro Montanelli]])
 
*Un ex sottufficiale borbonico diventato brigante di primissimo rango. ([[Andrea Camilleri]])
 
*Ho il sangue di quel personaggio leggendario: pure io, come lui, odio le ingiustizie. ([[Michele Placido]])
 
*Avrebbe potuto diventare un eroe positivo della storia, ma Crocco era un pastore che sapeva a malapena leggere e scrivere, un'idea precisa di quello che stava facendo non ce l'aveva. ([[Raffaele Nigro]])
 
*Carmine Crocco, che ebbe sotto di sé numerose bande di contadini e di soldati del disciolto esercito, nel 1862 depose ogni maschera politica e continuò a fare alla scoperta quello che in sostanza aveva fatto sempre, puro brigantaggio, e poi dal grosso brigantaggio discese al piccolo, e finalmente abbandonò la sua provincia nativa e l'Italia meridionale, passando il confine e rifugiandosi a Roma nell'agosto del 1864. Le sue posteriori vicende non meritano l'attenzione dello storico. Il governo italiano lo ritrovò a Roma, prigione, nel 1870, e lo sottopose a processo, nel quale egli, pur mentendo quanto poteva, non si atteggiò a campione politico, e disse chiaro che egli era, e non poteva essere, se non un capo di briganti. ([[Benedetto Croce]])
 
*Carmine Crocco, nato in un mondo di violenze e soprusi, lui stesso violento e ribelle verso l'esistente, vede arrivare con i bersaglieri toscopadani un disordine maggiore, più gravi ingiustizie e soprusi, il delitto elevato a legge. E così diventa capobrigante, un resistente ante litteram, un genio militare fra i più brillanti che l'Italia abbia avuto. ([[Nicola Zitara]])
 
*Carmine Donatello Crocco fu un bellissimo uomo, alto, slanciato, con ventre magro e torso grande, amplissime le spalle, ladro, assassino, disertore dell'esercito borbonico, lancia spezzata dei liberali nell'insurrezione lucana, garibaldino e poi ancora disertore, assassino ancora, ladro sempre. Fu soprattutto il cafone armato che infuria, il motore e il banditore della rivoluzione contadina, piuttosto che della reazione borbonica. La sua è la rivolta del popolo magro contro la durezza dei piemontesi che han portato con loro tristi novità, tasse, sequestri, sfratti e fucilazioni. ([[Carlo Alianello]])
*In tale gruppo così numeroso e composto da elementi eterogenei, poteva apparire quasi assurdo cercare disciplina, ma la disciplina perfetta c'era, perché, qualunque fossero le sue caratteristiche, Crocco è stato senza dubbio un temuto comandante. ([[Charles Dickens]])
 
*Delle sue gesta passate non restano che le memorie di un ladro feroce, di un assassino volgare. ([[Basilide Del Zio]])
*Sanguigno, carnale, irruente, forte e ben piantato, con i tratti grossi del cafone vero: intelligenza pronta, intuitiva che si traduceva subito in azione, non temeraria, ragionata. Un grandissimo, carismatico trascinatore. ([[Pino Aprile]])
 
*Eppure in mezzo a questo apparente deserto di affettività e di sentimenti, in mezzo alle rovine e alle devastazioni che produceva, quanti atti nobili e generosi! Prima che qualcuno si fosse arruolato tra i suoi briganti, ne scrutava la vita, l'animo: lo prendeva se era fermamente deciso e se doveva vendicarsi di qualche ingiustizia, lo mandava via se era un imbelle, non avesse nulla da vendicare o fosse spinto da solo puerile capriccio. Voleva e imponeva che fossero rispettate le donne oneste, maritate o zitelle; che non si facesse male oltre il necessario e non si eccedesse nella misura della vendetta per compiere la quale era inesorabile: a molte giovani che non avevano come maritarsi regalò denaro; a dei poveri contadini comprò armenti ed utensili di lavoro. Furono questi alcuni degli atti nobili compiuti da Crocco, che lo resero tra gli umili ed i poveri popolare e beneamato, che gli crearono un'aureola come a quasi tutti i grandi briganti – e sono questi atti tutti che ce lo rivelano nella sua vera natura di delinquente primitivo, capace in verità di grandi reati, ma anche di generosità, di sentimenti nobili, di belle azioni. (Pasquale Penta, ''Rivista mensile di Psichiatria forense'')
*Appellantesi generale, intento più a rapinare che alla causa regia. ([[Giacinto de' Sivo]])
 
*Ho il sangue di quel personaggio leggendario: pure io, come lui, odio le ingiustizie. ([[Michele Placido]])
*Un tristo, un ladro, un assassino. ([[Vittorio Bersezio]])
 
*Il Crocco a differenza di altri capibanda, che infestarono la Sicilia, le Calabrie e l'Abruzzo, nelle numerose sue escursioni, dà la prova di una logica tattica di un concetto chiaro ed ordinato nel disporre il piano delle operazioni nella piccola guerra. All'opposto degli altri, che sogliono sbandarsi paurosamente all'arrivo della truppa, egli ne accetta spesso il combattimento in aperta campagna e sa trincerarsi in posizioni favorevoli. "Attaccato alla baionetta" resiste all'urto e risponde col "contr'assalto". Qualche volta ricorre allo stratagemma militare; fa' saltare ponti per interrompere la strada, taglia fili telegrafici per interrompere le comunicazioni. Quale capitano della sua masnada, ebbe la potenza di infondere il coraggio nell'animo dei suoi; sopperì con la forza della sua autorità a difetti di armamento; d'istruzione e di disciplina. (Eugenio Massa, ''Gli ultimi briganti della Basilicata'', Melfi, 1903)
*Non era un patriota, bensì un criminale comune feroce e sanguinario. ([[Arrigo Petacco]])
 
*In poco tempo era diventato il più temuto e rispettato capobanda della Lucania non soltanto per il suo coraggio, ma anche per la sua intelligenza di guerrigliero. Fu in questo arengo che Crocco venne riconosciuto Generalissimo non solo per l'autorità che gli conferivano le sue gesta, ma anche perché, sebbene mezzo analfabeta, possedeva un'oratoria immaginosa e apocalittica. ([[Indro Montanelli]])
*Delle sue gesta passate non restano che le memorie di un ladro feroce, di un assassino volgare. ([[Basilide Del Zio]])
 
*In tale gruppo così numeroso e composto da elementi eterogenei, poteva apparire quasi assurdo cercare disciplina, ma la disciplina perfetta c'era, perché, qualunque fossero le sue caratteristiche, Crocco è stato senza dubbio un temuto comandante. ([[Charles Dickens]])
*Andate a dire al re Francesco II che non vi hanno che miserabili e scellerati per difenderlo, che Crocco è un sacripante e Langlois un bruto. ([[José Borjes]])
 
*Lo Zapata italiano, quello che diverrà il generalissimo dei contadini meridionali. (Renzo Del Carria, ''Proletari senza rivoluzione'', Savelli, 1975)
 
*Non era un patriota, bensì un criminale comune feroce e sanguinario. ([[Arrigo Petacco]])
*Alto della persona 1,75 cm, robusto, svelto, con occhio indagatore, sospettoso, attento. Non vi è nel suo corpo di straordinario che la grandezza e la sporgenza dei seni frontali e delle arcate orbitali, e un cranio rispetto alla statura non molto grande (55 cm di circonferenza massima). La circonferenza toracica è di 92 cm, la persona è ancora dritta e resistente, dopo una vita agitata, piena di stenti, di sofferenze, di timori e di pericoli; è una intelligenza non ricca al certo, né libera da superstizioni (porta il rosario al collo, amuleti), ma chiara, ordinata e sicura. Non è andato a scuola, ma nella sua vita di pastore, un po' da sé, un po' aiutato, imparò a leggere e scrivere, in tal modo da poter esprimere i suoi pensieri sulla carta e facendosi comprendere molto bene. (Pasquale Penta, ''Rivista mensile di Psichiatria forense'', numeri 8 e 9 dell'agosto e settembre 1901)
 
*Sanguigno, carnale, irruente, forte e ben piantato, con i tratti grossi del cafone vero: intelligenza pronta, intuitiva che si traduceva subito in azione, non temeraria, ragionata. Un grandissimo, carismatico trascinatore. ([[Pino Aprile]])
*Eppure in mezzo a questo apparente deserto di affettività e di sentimenti, in mezzo alle rovine e alle devastazioni che produceva, quanti atti nobili e generosi! Prima che qualcuno si fosse arruolato tra i suoi briganti, ne scrutava la vita, l'animo: lo prendeva se era fermamente deciso e se doveva vendicarsi di qualche ingiustizia, lo mandava via se era un imbelle, non avesse nulla da vendicare o fosse spinto da solo puerile capriccio. Voleva e imponeva che fossero rispettate le donne oneste, maritate o zitelle; che non si facesse male oltre il necessario e non si eccedesse nella misura della vendetta per compiere la quale era inesorabile: a molte giovani che non avevano come maritarsi regalò denaro; a dei poveri contadini comprò armenti ed utensili di lavoro. Furono questi alcuni degli atti nobili compiuti da Crocco, che lo resero tra gli umili ed i poveri popolare e beneamato, che gli crearono un'aureola come a quasi tutti i grandi briganti – e sono questi atti tutti che ce lo rivelano nella sua vera natura di delinquente primitivo, capace in verità di grandi reati, ma anche di generosità, di sentimenti nobili, di belle azioni. (Pasquale Penta, ''Rivista mensile di Psichiatria forense'')
 
*Un ex sottufficiale borbonico diventato brigante di primissimo rango. ([[Andrea Camilleri]])
*Il Crocco a differenza di altri capibanda, che infestarono la Sicilia, le Calabrie e l'Abruzzo, nelle numerose sue escursioni, dà la prova di una logica tattica di un concetto chiaro ed ordinato nel disporre il piano delle operazioni nella piccola guerra. All'opposto degli altri, che sogliono sbandarsi paurosamente all'arrivo della truppa, egli ne accetta spesso il combattimento in aperta campagna e sa trincerarsi in posizioni favorevoli. "Attaccato alla baionetta" resiste all'urto e risponde col "contr'assalto". Qualche volta ricorre allo stratagemma militare; fa' saltare ponti per interrompere la strada, taglia fili telegrafici per interrompere le comunicazioni. Quale capitano della sua masnada, ebbe la potenza di infondere il coraggio nell'animo dei suoi; sopperì con la forza della sua autorità a difetti di armamento; d'istruzione e di disciplina. (Eugenio Massa, ''Gli ultimi briganti della Basilicata'', Melfi, 1903)
 
*Un tristo, un ladro, un assassino. ([[Vittorio Bersezio]])
 
==Bibliografia==