Renzo Arbore: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Renzo Arbore==
*Ci sono concerti che si fanno per motivi commerciali e altri perché toccano il cuore. (citato<ref>Citato in ''[http://archiviostorico.corriere.it/1996/maggio/24/Arbore_tarantella_Piazza_Rossa_co_0_9605245977.shtml Arbore, tarantella in Piazza Rossa]'', ''Corriere della sera'', 24 maggio 1996)</ref>
*[[Riccardo Cocciante|Cocciante]] ha inciso un brano intitolato «Quando finisce un amore», una composizione che con slancio e verità parla di quei momenti in cui si soffre per amore, quei momenti in cui viene l'inappetenza, il male alla bocca dello stomaco, l'insofferenza per tutto e tutti, l'impazienza che squilli il telefono con la speranza che sia il «lui» o la «lei» che sono il nostro unico interesse. È una canzone «giusta» che probabilmente non arriverà al grosso successo commerciale, ma che dimostra una felice vena nuova di Cocciante.<ref name=Mon>Da ''Zona disco'', Il Monello, n. 31, Casa Editrice Universo, 1974.</ref>
*[[Dik Dik]], un gruppo che conserva una sua dignità e la simpatia del pubblico.<ref name=Mon></ref>
*Divenuta in pochi anni una vedette, senza fortunatamente essere diventata diva. [[Mia Martini]] si è inserita tra le "grandi" della nostra canzone, avendo lottato con tenacia per arrivare, con passione per non tradire la musica che le piace. <ref name=Mon></ref>
*Felicità è sapere che stai vivendo in serenità, che non hai debiti, che non hai problemi. È una condizione fortunata ma rarissima. Credo che questa sia la felicità. Quando la gente è serena dovrebbe dire: ecco, sono felice. (citato<ref>Citato in [[Gianni Bisiach]], ''Inchiesta sulla felicità'', Rizzoli, 1987)</ref>
*Flauto d'oro, in arte [[Severino Gazzelloni]], una delle nostre glorie nazionali insieme con gli spaghetti, la pizza napoletana e [[Rodolfo Valentino]]. (citato<ref>Citato in ''Tanti quasi troppi'', ''Zona disco'', ''Il Monello'', n. 17, 1975, Casa Editrice Universo) .</ref>
*{{NDR|[[Riccardo Cocciante]]}} Lanciò con una certa fortuna una bella canzone intitolata «Poesia» ed è una speranza per la nostra musica leggera.<ref name=Mon></ref>
*Purtroppo negli occhi di molti conduttori vedo il vuoto pneumatico di chi i giornali li sfoglia solo dal parrucchiere. {{c|Fonte?}}
*{{NDR|[[Mina]]}} ha più anima della [[Barbra Streisand|Streisand]], più fantasia della [[Bette Midler|Midler]], più gusto e preparazione della [[Liza Minnelli|Minnelli]]. (dall<ref>Dall'intervista di Maria Simonetti, ''Miti della musica: Mina secondo Arbore'', ''L'espresso'', 26 settembre 1996)</ref>
*L'anticristo della canzone. Una bomba. L'innovatore. L'uomo a cui la musica italiana deve di più. [...] [[Domenico Modugno|Mimmo]] è stato la Personalità Importante della nostra canzone, fece capire agli italiani degli anni '50 che ci poteva essere un'altra musica oltre a quella classica. [...] Lui cominciò. Da Mimmo venne tutto il resto. Fu l'uomo della rivoluzione, con lui saltarono gli schemi e gli altri non poterono far altro che adeguarsi. [...] Mimmo rappresentava il sentimento più alto dell'uomo del Sud. [...] Oddio, poi ci sono state alcune personalità interessanti, ma nessuno come Mimmo. Mai più! E non vedo in giro eredi. (dall<ref>Dall'intervista di Laura Carassai, ''Anticristo della melodia. Arbore: gli bocciai «Meraviglioso»'', ''La Stampa'', 8 agosto 1994, p. 5)</ref>
*[[Rino Gaetano]] scrive delle canzoni con un linguaggio particolare, colto, curato; una specie di poesia realistica in alcuni casi, simbolica in altri. A me piace di più quando urla «Tu, forse non essenzialmente tu», una canzone abbastanza disperata, aiutata da una bella melodia. <ref name=Mon></ref>
*{{NDR|Su Rino Gaetano}} Quando con Boncompagni facevamo ''Alto Gradimento'' con i suoi dischi, lo sentivamo come uno di noi. Poco prima di andare in onda in radio, quel giorno, ci arrivò la notizia. Quel giorno, ''Alto Gradimento'' non fu divertente.<ref>Citato in Stefania Ulivi, ''[http://www.corriere.it/spettacoli/10_luglio_22/inedito-rino-gaetano-ulivi_b90b68f8-9572-11df-91c3-00144f02aabe.shtml Ciao Charlie, l'inedito di Rino Gaetano]'', ''Corriere.it'', 22 luglio 2010.</ref>