Fernando Savater: differenze tra le versioni

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*La certezza della [[morte]] è l'unico segreto che conosciamo a proposito di tutti i nostri simili e di noi stessi, anche se, intimamente, non riusciamo a credere in questa fatale prospettiva. (dal ''Dizionario filosofico'' - Laterza, Roma-Bari, 1996, traduzione a cura di Francesca Saltarelli)
*Ciò ch'è incompatibile con la morte non è vivere (la vita esige la morte) ma amare: l'amore disconosce la forza della morte, anche se amiamo consci della nostra mortalità e di quelli che amiamo. (dal ''Dizionario filosofico'')
 
==''Etica per un figlio'==
'''Copyright''': Laterza, Laterza, Bari, 1992, traduzione a cura di Davide Osorio Lovera, Cristiana Paternò.
 
*Saper vivere non è così facile perché esistono criteri diametralmente «opposti» riguardo a quello che bisogna fare. In matematica o in geografia ci sono gli esperti e gli ignoranti, e in genere gli esperti si trovano quasi sempre d'accordo sui principi fondamentali. Quanto al saper vivere invece non c'è affatto unanimità.
*Gli [[animali]] (e non dico i minerali o le piante) non possono fare altro che essere come sono, e fare ciò per cui la natura li ha programmati. Non si possono criticare né applaudire per quello che fanno: «non saprebbero comportarsi in altro modo». Questa predisposizione obbligatoria risparmia loro senz'altro molti mal di testa.
*In certa misura anche gli uomini sono programmati dalla natura. Siamo fatti per bere acqua e non candeggina, e nonostante tutte le precauzioni, prima o poi dobbiamo morire.
*Con gli uomini non si può mai essere completamente sicuri, con gli animali e con gli altri esseri naturali invece sì. Per quanta programmazione biologica o culturale possiamo avere noi uomini abbiamo sempre la possibilità di optare per qualcosa che non è previsto dal programma (o almeno non «del tutto»). Possiamo dire «sì» o «no», voglio o non voglio.
 
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