Paul Auster: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Aggiunto incipit "Sunset Park"
Micione (discussione | contributi)
m typos
Riga 3:
 
== Citazioni di Paul Auster ==
*[[Scrivere]]Basta nonguardare èqualcuno piùin faccia un attopo' di libera sceltapiù, per me,avere èla unasensazione questionealla fine di sopravvivenzaguardarti in uno specchio. (da ''L'arte dellaMr fameVertigo'', traduzione di MassimoSusanna BocchiolaBasso, Einaudi)
*Essere vivi voleva dire respirare aria; respirare aria voleva dire aria aperta. (da ''Timbuctù'', traduzione di Massimo Bocchiola, Einaudi)
*Nessuno è mai stato me. Può darsi che io sia il primo. (da ''Il libro delle illusioni'', traduzione di Massimo Bocchiola, Einaudi)
*Basta guardare qualcuno in faccia un po' di più, per avere la sensazione alla fine di guardarti in uno specchio. (da ''Mr Vertigo'', traduzione di Susanna Basso, Einaudi)
*Per me la più piccola [[parola]] è circondata da acri ed acri di silenzio, e perfino quando riesco a fissare quella parola sulla pagina mi sembra della stessa natura di un miraggio, un granello di dubbio che scintilla nella sabbia. (da ''Leviatano'')
*[[Scrivere]] non è più un atto di libera scelta per me, è una questione di sopravvivenza. (da ''L'arte della fame'', traduzione di Massimo Bocchiola, Einaudi)
 
{{Intestazione|Intervista di Maria Serena Palieri, ''Lessico dell'imprevisto'', ''l'Unità'', 25 luglio 2004}}
Riga 34:
===Citazioni===
*Ho capito che i [[Libro|libri]] non sono mai finiti, che è possibile per alcune storie continuare a scriversi senza il loro autore. (p. 62)
 
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Invisibile''===
La prima volta che gli strinsi la mano fu nella primavera del 1967. Ai tempi frequentavo il secondo anno di università alla Columbia: ero un ragazzo ignorante e affamato di libri che coltivava la fede (o l'illusione) di diventare un giorno così bravo da potersi definire un poeta; e da lettore di poesia, avevo già incontrato il suo omonimo nell<nowiki>'</nowiki>''Inferno'' di [[Dante Alighieri|Dante]], un dannato che si trascina nei versi finali del canto XXVIII della prima Cantica. Bertran de Born, il poeta provenzale del XII secolo, tiene per i capelli la propria testa recisa che ondeggia avanti e indietro come una lucerna: senz'altro una delle immagini più grottesche nel catalogo di allucinazioni e supplizi che si sussegue per tutto l<nowiki>'</nowiki>''Inferno''. Benché fosse convinto estimatore della poesia di de Born, Dante lo condannò alla dannazione eterna per aver consigliato il principe Enrico di ribellarsi a suo padre, Re Enrico II; e dato che de Born aveva provocato una divisione fra padre e figlio rendendoli nemici, l'ingegnosa pena dantesca è dividere de Born da se stesso. Da qui il corpo decapitato che si lamenta nel mondo sotterraneo, chiedendo al viaggiatore fiorentino se può esistere dolore più tremendo del suo.
 
===''La musica del caso''===
Line 60 ⟶ 59:
 
==Voci correlate==
*''[[Smoke]]'' – film 1995
 
==Altri progetti==