Eugenio Borgna: differenze tra le versioni
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{{intestazione|Intervista di Stefania Scateni, ''Ascoltare e capire, così riusciremo a lasciare andare chi amiamo'', in ''l'Unità'', 12 febbraio 2009}}
*In fondo, e in sintesi estrema, è per sfuggire alla [[morte]] che ci siamo inventati il linguaggio,
*Le [[tombe]] sono fatte per i vivi.
*Le favole ci insegnano che la paura non va chiusa in uno stanzino irraggiungibile dentro di noi, ma sentita, vissuta e affrontata.
*
che mettiamo tra il morire e la morte.
*Nel termine morire rimane
*Le azioni hanno un senso solo se cerchiamo di coglierne i significati.
*Gli italiani sono, in pratica, analfabeti. È un analfabetismo emozionale, che ci impedisce di capire gli altri.
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*Ci sono [[ideali]] forti come baluardi, e altri che si oscurano lasciandosi dietro un contraccolpo insostenibile.
*Niente dà a un uomo la stessa forza di resistenza alle avversità e al dolore di una [[speranza]] cristiana, pascaliana.
*Quando le certezze vengono meno, ci si può salvare solo su quella zattera in cui la [[solidarietà]] con
*Solo una [[educazione]] interiore ci consente di guardare alla realtà distinguendo ciò che veramente conta.
*Prendiamo
*Lo stesso gesto di [[pregare]] ogni mattina introduce a una giornata più aperta allo sperare; che non è mai solo per noi stessi, ma anche per gli altri, e perfino per quelli che non conosciamo.
*Questa in fondo è la razionalità più grande: sapere che la vita è ben di più di tutti i nostri conti, di ogni nostra ragionevole previsione.
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{{interprogetto|w}}
{{DEFAULTSORT:Borgna, Eugenio}}
[[Categoria:Medici italiani]]
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