Olindo Guerrini: differenze tra le versioni
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==Citazioni di Olindo Guerrini==
*''Addio sorrisi dell'albe rosate, | Addio tramonti che d'oro parete! | [[Novembre]] porta le tristi giornate | E delle nebbie la bigia quïete!'' (dalle ''[[:s:Rime di Argia Sbolenfi/Libro secondo - Le decadenti/Novembre|Rime di Argia Sbolenfi]]'')▼
* ''[[Armiamoci e partite|Armiamoci e partite!]]'' (da ''[[wikisource:it:Rime di Argia Sbolenfi/Libro secondo - Le decadenti/Agli eroissimi|Agli Eroissimi]]'', dalla ''[[:w:Rime di Argia Sbolenfi|Rime di Argia Sbolenfi]]'')▼
*''Dominedio ci salvi | da i libri troppo lunghi e da i poemi!'' (da ''A Felice Cavallotti'', in ''Nova polemica'')
*È certo che lo studio e la riproduzione del [[mondo]] esterno come è, costano più fatica che non l'operare secondo una formola od una maniera. (dalle ''Rime di Argia Sbolenfi'', 1897)▼
*''Io corro, io volo sulla [[bicicletta]], | questo ideal delle cavalcature: | chi soffre d'emorroidi o di bolletta | m'insulti pure.'' (da ''In bicicletta'', in ''Rime di Argia Sbolenfi'')▼
*Non ci sono né ''veristi'' né ''idealisti''. Ci sono degli autori che scrivono bene e degli altri che scrivono male; ecco tutto. (da ''Nova polemica'')
*Non si vive di solo [[pane]], è vero; ci vuole anche il companatico; e l'arte di renderlo più economico, più sapido, più sano, lo dico e lo sostengo, è vera arte. Riabilitiamo il senso del gusto e non vergogniamoci di sodisfarlo onestamente, ma il meglio che si può, come ella ce ne dà i precetti. (citato in [[Pellegrino Artusi]], ''La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene'')
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*''Io non voglio saper quanto sii casta, | Ci amammo veramente un'ora intera, | Fummo felici quasi un giorno e basta''. (LXVIII)
*''Torna all'infamia tua: sei troppo vile, | Sei troppo vile, non ti posso amar!'' (LXXVI)
===[[Incipit]]===
<poem>Condannata da l'empio destino▼
a l'iniquo mestier della cuoca,▼
io compongo vicino alla fuoca<ref>Focolare, ''Dialetto bolognese''.</ref>▼
i miei deboli versi d'amor,▼
e l'imago d'un giovin divino▼
m'apparisce a gli sguardi incantati;▼
sento l'orma de i passi adorati▼
echeggiarmi ne l'vergine cor!</poem>▼
===Citazioni===
▲*''Addio sorrisi dell'albe rosate, | Addio tramonti che d'oro parete! | [[Novembre]] porta le tristi giornate | E delle nebbie la bigia quïete!'' (dalle ''[[:s:Rime di Argia Sbolenfi/Libro secondo - Le decadenti/Novembre|"Rime",
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▲*È certo che lo studio e la riproduzione del [[mondo]] esterno come è, costano più fatica che non l'operare secondo una formola od una maniera.
▲*''Io corro, io volo sulla [[bicicletta]], | questo ideal delle cavalcature: | chi soffre d'emorroidi o di bolletta | m'insulti pure.'' (da ''In bicicletta
==[[Incipit]] di alcune opere==
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anch'io soffro, lavoro, amo, ed alcuna
vergogna a 'l famigliar desco non siede.</poem>
▲===''Rime di Argia Sbolenfi''===
▲<poem>Condannata da l'empio destino
▲a l'iniquo mestier della cuoca,
▲io compongo vicino alla fuoca<ref>Focolare, ''Dialetto bolognese''.</ref>
▲i miei deboli versi d'amor,
▲e l'imago d'un giovin divino
▲m'apparisce a gli sguardi incantati;
▲sento l'orma de i passi adorati
▲echeggiarmi ne l'vergine cor!</poem>
==Note==
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