Clemente Rebora: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Clemente Rebora==
*Amici, studiatemi e ne caverete qualcosa di gustoso! (da ''Lettere'', Vol. I e II, Ed. di Storia e Letteratura) <ref name=Arc>citato in ''Arche di Noè: le prose fino al 1930'', a cura di Carmelo Giovannini, Jaca Book, 1994</ref>
*{{NDR|[[Milano]]}} Che solitudine in questa affollata città rombante! (da ''Lettere'', vol. I n. 100)<ref name=Arc></ref>
*[[Gesù|Cristo]] ha ragione e [[Machiavelli]] vince. (da ''Frammenti Lirici'', Libreria della "Voce", XXII)
*Del [[male]] è il [[bene]] più forte. (da ''Frammenti Lirici'', XVIII)
*Ferma il mio dire, se non dico il [[verità|vero]]. (da ''Curriculum vitae'', a cura di R. Cicala e G. Mussini, Interlinea)
*''Immane ferve | e di macchine suona e di monete | l'uman contrasto, | mentre in disparte l'[[umiltà]] dei vinti | geme''. (da ''Frammenti Lirici'', XXXIV)
*Io penso certe volte che devo forse, in questo stadio di esistenza, far da concime—io, che con irrefrenabile gioiami sento fusto e fronde e fiore e frutto al cielo (lo dico perché lo sento, anche se non è modesto il dirlo); far da concime all'albero della Vita. (da ''Lettere'', Vol. I n. 830)<ref name=Arc></ref>
*La mia invocazione perenne è: Signore, concedi ch'io meriti tanto da poter capire con chiarezza cosa voglia questo impeto che m'urge dentro, così da trovare giusto posto e forza al mio dovere, comunque. (Da ''Lettere'' Vol. I, n. 744)<ref name=Arc></ref>
*''La [[poesia]] è un [[miele]] che il poeta, | in casta [[cera]] e cella di rinuncia, | per sé si fa e pei fratelli in via; | e senza tregua l'[[armonia]] annuncia''. (da ''Canti dell'infermità'', Scheiwiller)