Georges Bataille: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Una pressione infinitamente più pesante si esercita senza dubbio sui [[dittatori]] moderni, ridotti a trovare la loro forza nella identificazione con tutti quegli impulsi che [[Nietzsche]] disprezzava nelle [[massa|masse]], in particolare con «quella mendace autoammirazione e libidine raziale».<ref>{{NDR|Nota presente nel medesimo testo da cui è tratta la citazione}} [F. Nietzsche] ''Gai savoir'', § 377 [trad. it. ''La gaia scienza'', in Id., ''Opere'', vol. 5, 2, Adelphi, Milano 1965]</ref> C'è una derisione corrosiva nel fatto d'immaginare un possibile accordo tra l'esigenza nietzscheana e una organizzazione politica che impoverisce l'esistenza al vertice, che imprigiona esilia o uccide tutto ciò che potrebbe costituire un'[[aristocrazia]]<ref>{{NDR|Ibid. nota precedente}} Nietzsche parla di aristocrazia, parla anche di schiavitù, ma quando si esprime al riguardo dei «nuovi padroni», parla della «loro nuova santità», della «loro capacità di rinuncia». «Essi danno all'inferiore il diritto alla felicità, e loro stessi se ne privano».</ref> di «spiriti liberi». Come se non fosse lampante che Nietzsche, quando richiede un amore a misura del sacrificio della vita, è per la «fede» che comunica, per i ''valori'' che la sua esistenza rende reali, evidentemente non per una patria...<br /> «Nota per gli asini», scriveva già Nietzsche stesso, temendo una confusione simile, altrettanto miserabile.<ref>{{NDR|Ibid. nota precedente}} [Nietzsche] ''Volonté de puissance'', § 942 [trad. it. cit.]</ref> (p. 18-19)
*Nella misura in cui il [[fascismo]] dipende da una fonte filosofica, non è a Nietzsche, ma a [[Hegel]] che si ricollega<ref>{{NDR|Ibid. nota precedente}} È noto che l'hegelismo, rappresentato da [[Giovanni Gentile|Gentile]], è praticamente la filosofia ufficiale dell'[[Italia fascista]].</ref>. Ci si rifaccia all'articolo che [[Benito Mussolini|Mussolini]] stesso ha consacrato nell' ''[[Enciclopedia Italiana]]'' al movimento da lui fondato<ref>{{NDR|Ibid. nota precedente}} ''Sub verbo'' «Fascismo». L'articolo è stato tradottoo in apertura di B. Mussolini, ''Le Fascisme'', Denoël et Steele.</ref>: il lessico e, più ancora del lessico, lo spirito sono hegeliani, non nietzscheani; anche se Mussolini vi impiega due volte l'espressione «Volontà di potenza», non è a caso che questa volontà sia solo un attributo dell'idea che unifica la moltitudine...<ref>{{NDR|Ibid. nota precedente}} A proposito del [[popolo]], Mussolini scrive: «Non [[razza]], né regione geograficamente individuata, ma schiatta storicamente perpetuantesi, [[moltitudine]] unificata da un'[[idea]], che è volontà di esistenza e di potenza [...]» [''La dottrina del fascismo'', Hoepli, Milano 1936, p. 23]</ref><br /> L'agitatore rosso ha subito l'influenza di Nietzsche: il dittatore [[assolutismo|assoluto]] se n'è tenuto a distanza. Il [[regime]] stesso si è espresso sul problema. In un articolo su «Fascismo» del [[luglio]] 1933, [[Cimmino]] nega ogni filiazione ideologica fra Nietzsche e Mussolini. Solo la [[volontà di potenza]] costituirebbe un legame fra le loro [[dottrina|dottrine]]. Ma la volontà di potenza di Mussolini «non è [[egoismo]]», essa è predicata a tutti gli [[italiani]] dei quali il duce «vuole fare dei [[superuomo|superuomini]]» [sic.]. Perché, afferma l'autore, «qualora fossimo tutti superuomini saremmo soltanto tutti [[uomo|uomini]]. Che poi Nietzsche piaccia a Mussolini è naturale: vi è nel Nietzsche qualcosa che è stata sempre di tutti gli uomini di azione e [[volontà]]». La differenza profonda tra Nietzsche e Mussolini è «nel fatto che la [[potenza]] come volontà, la forza, l'azione sono fatti dell'[[istinto]], direi quasi della natura fisica, e la possono avere le persone fra loro più opposte, servendosene per i più diversi scopi; mentre l'[[ideologia]] è fattore [[spiritualità|spirituale]], ed è sempre una per tutti quelli che l'accettano». È inutile insistere sull'[[idealismo]] scoperto di questo testo ce ha il merito dell'onesta, se lo si paragona con i testi tedeschi. È più importante notare come il duce venga assolto da una possibile accusa di egoismo nietzscheano. Le sfere dirigenti del fascismo sembrano essere rimaste all'interpretazione [[stirneriana]] di Nietzsche formulata intorno al 1908 dallo stesso Mussolini<ref>{{NDR|Ibid. nota precedente}} In un articolo pubblicato allora da un giornale [[romagna|romagnolo]], e riprodotto da [[Margherita G. Sarfatti]], ''Mussolini'', trad. fr. [[Albin Michel]], 1927, pp. 117-21 [(ed. orig. M.G.Sarfatti]]), ''Dux'', Mondadori, Milano 1926, p. 101.]</ref>. (p. 19-20)
 
==''La letteratura e il male''==