Pasquale Villari: differenze tra le versioni

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*Alcuni anni or sono in quel grande ricovero di mendicità che il volgo chiama "Serraglio"<ref>È l'Albergo de' poveri, cfr. [[Giuseppe Moricola]]</ref> e dove esso ha pure un vitto ed un alloggio migliori che a casa sua, si vollero introdurre le scuole elementari per le bambine. Dopo pochi giorni quasi tutte avevano l'[[Cecità|oftalmia]] (p. 227).
*Io prevedo la risposta a tutte queste mie osservazioni, — Voi citate un caso particolare, e ne cavate una conclusione generalissima. Napoli non è l'Italia. — Ebbene, io abbandono Napoli e mi dirigo altrove. Questa estate viaggiavo, solo ed a piedi, nel [[Tirolo]] austriaco . È un paese che non ha grande istruzione né grande industria; m uno s'accorge subito d'essere in mezzo ad un popolo serio, morale ed, all'occorrenza, eroico. Non sapevo comprendere, perché non mi riusciva più di guardare, come facevo in Italia ed altrove, alla mia valigia, né di leggere il conto che mi presentavano, né di numerare il danaro che mi rendevano. Nei paesi di montagna si trova spesso un vivere matriarcale ed ingenuo; ma qui mi pareva che questa onesta semplicità dai monti fosse discesa anche nelle piccole città. E non ricordavo più che quel popolo ci era stato fieramente avverso, e quasi gli perdonavo i suoi molti pregiudizi e la sua superstizione (p. 231).
*Avevo vista la miseria che opprime la plebe di Napoli; sapevo che in [[Calabria]] v'era allora carestia; ma ciò che io vidi passò ogni immaginazione. Le facce spartite erano tali, che i poeti ed i pittori non potrebbero descriverle. Quello che non uscirà mai più dalla mia memoria, si è l'avere visto gruppi di uomini e di donne sotto le case, aspettando che s'aprisse una finestra, e si gettassero nella via le bucce delle frutta, che essi divoravano con un'avidità indicibile. Mangiavano tutta la buccia del popone<ref>mellone</ref> e del cocomero come un cibo delizioso. Ed in questo modo si tenevano in vita. Io allora mi maravigliai che quella gente non avesse assalito la mia carrozza, per levarmi tutto quello che avevo. Sentii una [[pietà]] infinita, e, per la prima volta in mia vita, capii che i briganti possono anch'essi meritare più compassione che odio (p. 237).
*Il [[Adolphe Quetelet|Quetelet]], nella sua ''Fisica sociale'' osserva che la statistica con una costanza immutabile, dimostra come, nelle stese condizioni d'una data società, i delitti si riproducono non solo in ugual numero, ma nei medesimi modi, colle medesime armi, anche quelli che più sembrano prodotti dal caso e da un impeto istantaneo della passione. Questa legge è così costante, egli aggiunge, che quando il numero dei delitti muta, si può senza tema di errare, asserire che le condizioni sociali sono mutate. Sotto un certo aspetto, si può dire, che è la società stessa che pone il coltello in mano all'assassino, e lo spinge al delitto (p. 244).
*Questi economisti formano già una scuola assai numerosa e cercano di costituire un nuovo partito politico nel proprio paese. Gli avversari han dato il nome di "socialisti della cattedra" che essi hanno accettato, dichiarandosi però avversi così al [[socialismo]] come al [[comunismo]] (p. 247).