Il regno di Dio è in voi: differenze tra le versioni

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[[Image:Tolstoi1st.jpg|thumb|Frontespizio di un'edizione in lingua inglese dell'opera]]
'''''Il regno di Dio è in voi''''' (in russo ''Царство Божие внутри вас'', [traslitterato: ''Tsarstvo Bozhiye vnutri vas]''), opera di [[Lev Tolstoj]] pubblicata per la prima volta nel 1893.
 
==[[Incipit]]==
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*L'essenza della [[religione]] sta nella facoltà che hanno gli uomini di profetizzare e d'indicare la via che deve seguire l'umanità in una direzione diversa da quella seguita per lo passato e da cui risulta un'azione assolutamente diversa dell'umanità nell'avvenire. (cap. IV, p. 95)
*Per giungere nel luogo a cui si tende, bisogna dirigersi con tutte le forze verso un punto molto più alto.<br />Abbassare l'[[ideale]], non solo è diminuire la probabilità di giungere alla perfezione, ma distruggere l'ideale stesso. (cap. IV, p. 108)
*Col concetto cristiano della vita, l'[[amore]] non è una necessità e non si esercita su nulla; esso è una facoltà essenziale dell'anima umana. L'uomo ama, non perché ha interesse di amare questo o quello, ma perché l'amore è l'essenza dell'anima sua, perché egli non può non amare.<br />La dottrina cristiana insegna all'uomo che l'essenza dell'anima sua è l'amore, che la sua felicità non è di amare la tale o la tal altra entità, ma bensì il principio di tutto, Dio, ch'egli ha coscienza di contenere in sé. Ecco perché egli amerà tutti e tutto. (cap. IV, p. 118)
*[...] oggidì la dottrina del Cristo apparisce sotto l'aspetto di una religione soprannaturale, mentre in realtà essa non ha niente di misterioso, di mistico, di soprannaturale. Essa è semplicemente una dottrina della vita, corrispondente al grado di sviluppo dell'età in cui si trova l'umanità, e che, per conseguenza, deve necessariamente essere accettata da lei.<br />Il tempo verrà — e già viene — in cui i principî cristiani della vita — fratellanza, eguaglianza, comunità di beni, non-resistenza al male colla violenza — parranno così semplici e così naturali, come sembrano oggidì i principî della vita domestica e sociale. (cap. V, p. 123)
*Il cristianesimo nel suo vero significato distrugge lo stato. Esso fu compreso così fin dal principio ed è per ciò che il Cristo fu crocifisso. È stato compreso così in ogni tempo dagli uomini non legati dalla necessità di giustificare lo stato cristiano. Solo quando i capi dello stato accettarono il cristianesimo nominale esterno, si cominciarono ad inventare le teorie sottili secondo le quali il cristianesimo si può conciliare con lo stato.<br />Ma, per ogni uomo sincero del tempo nostro, non può non essere evidente che il vero cristianesimo — la dottrina della rassegnazione, del perdono, dell'amore — non può conciliarsi con lo stato, col suo dispotismo, con la sua violenza, con la sua giustizia crudele e con le sue guerre. Non solo il vero cristianesimo non permette di riconoscere lo stato, ma ne distrugge i principî stessi. (cap. X, p. 254)