Francisco de Quevedo: differenze tra le versioni

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Vita del pitocco
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===[[Incipit]]===
Io, signore, sono di Segovia. Mio padre si chiamò Clemente Paolo (Dio l'abbia in gloria) nativo del borgo appunto di questo nome. Fu, come si dice comunemente, barbiere, quantunque le sue spirazioni fossero tanto elevate che si limava perché chiamato cosí, e diceva che lui era lavoratore della guancia e sartore delle barbe. Era, come si dice, di molto buon vitigno e, a come beveva, c'è da crederci. Aveva in moglie Aldonza Saturno de Rebollo, figlia di Ottavio de Rebollo Codillo e nepote di Lepido Ziuraconte.
 
===Citazioni===
*Bisogna fare il muso secondo la luna, dice il proverbio, e dice bene. A furia di rifletterci sopra finii col risolvermi ad essere briccone coi bricconi e piú degli altri, se potessi. Non so se ci riuscissi; però stia sicuro, signor lettore, che feci tutto il possibile. (p. 77)
*«Possibile che non ci abbiate badato? Non so come fare a dirlo: l'irriverenza è tale che non me ne dà l'animo. Non vi ricordate d'aver detto pio pio ai polli? E Pio è nome di papi, dei Vicari di Dio e capi della Chiesa! O mandatevelo giú quel peccatuccio!». Lei rimase mezza morta e disse: «Paolo, è vero! ma, che Dio non mi perdoni se l'ho fatto a malizia. Io mi ricredo: tu guarda se c'è una via da potersi evitare l'accusa, perché se mi vedessi davanti all'Inquisizione ne morirei». (p. 82)
 
===[[Explicit]]===
Vedendo che questa faccenda andava in lungo e piú durava a perseguitarmi la fortuna (non per avere imparato a mie spese, poiché non sono cosí assennato, ma perché pur peccatore caparbio) decisi, consigliandomi prima con la Grajales, di passare alle Indie con lei, per vedere se, mutando mondo e paese, avessi avuto una sorte migliore. Ma fu peggio, giacché non migliora mai la propria condizione chi [[cambiamento|muta]] soltanto di paese e non di vita o di costumi.
 
==Bibliografia==