Victor Lebrun: differenze tra le versioni

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*Il destino comune a tutti i fondatori di sette o di scuole filosofiche non ha risparmiato il grande Tolstoj.<br />I [[Tolstoismo|suoi discepoli]] appartengono a tre categorie: gli uni si occupano del loro ''perfezionamento morale interiore'' e hanno l'aria di disprezzare ogni attività politica.<br />Sono questi gli ''adoratori della lettera della legge''.<br />Gli altri abbandonano i sentieri battuti della vita, la loro posizione privilegiata, rinunciano alla loro fortuna, scendono in basso nella piramide sociale e guadagnano la vita col lavoro fisico. Sono i ''volontari del fronte del lavoro'' del genere umano.<br />Infine gli ultimi, senza abbandonare le loro conoscenze speciali, mettono proprio queste al servizio delle masse popolari. Sono essi i ''servitori del popolo''.<br />Gli adepti della prima categoria "i puri masticatori della lettera", sono rari nell'ambiente del Maestro. Oltre al perfezionamento personale e interiore, quasi tutti si incaricano di copiare, pubblicare e far leggere gli scritti proibiti. È questa un'attività utile per gli altri.<br />La seconda categoria ha prodotto molte felici e potenti comunità agricole, coltivatori eccellenti e illuminati in Russia, in America e altrove.<br />La terza infine dà ai popoli dei servitori e degli amici capacissimi, di una completa devozione e di un assoluto disinteresse.<br />Tale era il dottor [[Dušan Makovitskij|Duscian Makovitzkij]], amava i poveri e li curava con devozione, senza posa e quasi sempre gratuitamente. (pp. 56-57)
*Come nulla si perde nel mondo fisico, altrettanto avviene nel mondo morale e là, dove cova una scintilla, il minimo soffio basta spesso per avvivare la fiamma. Migliaia e migliaia di cuori, come il mio, furono commossi e confortati dal potente sforzo morale e intellettuale di Leone Tolstoj. (p. 64)
*Una mattina, nell'attraversare il salottino per recarsi nel suo studio, mi prese per il braccio e mi interrogò con voce quasi severa:<br />— Voi [[Preghiera|pregate]]?<br />— Raramente — Rispondo cosí per non dire brutalmente di no. Allora Tolstoj si sedette davanti alla tavola e, fissando le carte senza vederle, continuò con voce pensosa:<br />— Ogni volta che penso alla preghiera, mi torna alla mente un incidente, accaduto tanto tempo fa, prima ancora del mio matrimonio. Qui, nel villaggio, conoscevo una donna, una donna malvagia e disonesta (e a un tratto si lasciò sfuggire un forte sospiro quasi isterico, che bruscamente interruppe).<br />— Ho trascorso male la mia esistenza... Lo sapete?...<br />— Con un cenno del capo cercai di tranquillizzarlo e di esortarlo a continuare.<br />— Costei organizzava per me degli incontri con donne simili a lei, ed ecco che una volta, in una notte profonda e tenebrosa, traversai il villaggio e gettai un'occhiata nel suo vicolo [...].<br />«Tutto era deserto intorno, non il minimo rumore, non una luce nel villaggio. Solo in basso, dalla sua finestra, traspariva un fascio di luce.<br />«Mi avvicinai allora a quella finestra, tutto era calmo e non c'era nessuno nella piccola isba. La lampada ardeva dinanzi alle immagini sacre e lei, completamente sola, in piedi, si faceva il segno della croce e pregava, pregava inginocchiandosi poi, prosternandosi fino a terra, si rialzava e pregava ancora e si prosternava di nuovo.<br />«Restai a lungo nell'oscurità a osservarla. Aveva molti peccati sulla coscienza... Lo sapevo, ma come pregava!<br />«Quella sera non ho voluto disturbarla.<br />«Ma per che cosa poteva pregare con tale fervore?» disse pensieroso [...]. (pp. 98-99)
*Nei primi tempi, ogni volta che ponevo una domanda, una luce di divertito stupore si accendeva nei suoi occhi grigi che avevano un riflesso inesprimibile di spirito, di finezza e di bontà. Poi seguiva la risposta.<br />— È curioso vedere quanto spesso gli uomini non comprendano le cose più semplici.<br />— Io mi spiego questo fenomeno così — rispose il Maestro. — Hanno il loro recipiente pieno o è adagiato su un lato, oppure ha il fondo all'aria, di modo che è impossibile versarvi alcunché; in simili casi la cosa migliore è allontanarsi.<br />— Leone Nicolaevič, che cos'è la [[follia]]? — Posi la domanda a bruciapelo, senza nessuna introduzione. La piccola luce di stupore malizioso divenne più forte del solito.<br />— Io, ''io ce l'ho''... la spiegazione... ''la mia''... — Sottolineò «io ce l'ho» e «la mia», poi si fermò. Accompagnate dal piccolo fuoco aggressivo degli occhi scintillanti, le sue interiezioni erano piene di senso [...]. Sottolineava «mia» e ciò significava: «Come sempre sono in opposizione con l'opinione generale, ma questo è il risultato della mia analisi.» [...] seguì la risposta:<br />— È l'egoismo. La concentrazione dell'attenzione su se stessi e poi su un'idea qualsiasi. (pp. 109-110)
*Una volta, dopo il tè della sera Tolstoj, che si sentiva male, mi chiamò in camera sua. Alloggiava allora in basso [...].<br />— Che cosa vi preoccupa, ora? A che pensate? — mi domandò, sdraiandosi sul grande divano coperto di tela cerata nera e comprimendosi il fegato malato con la mano passata sotto la cintura.<br />— A [[Dio]]. Cerco di chiarire in me questo concetto.<br />— In casi simili, mi ricordo sempre della definizione di [[Matthew Arnold]]. Ve ne ricordate? «Dio è la cosa eterna, posta al di fuori di noi, che ci conduce e che esige da noi la santità.» Aveva studiato i libri del ''Vecchio Testamento'', e, per quell'epoca, la definizione era sufficiente. Ma, dopo Cristo, bisogna aggiungere che, al contempo, Dio è l'amore.<!-- la chiusura di virgolette manca così nel testo --><br />«Ognuno di noi possiede la propria rappresentazione di Dio. Per i materialisti Dio è la materia, benché ciò sia completamente erroneo; per [[Immanuel Kant|Kant]], è una cosa, per una contadina illetterata è un'altra.» Egli continuava così rispondendo al più completo disappunto che si dipingeva sul mio volto.<br />— Ma che cos'è questa nozione, se differisce in ciascun individuo? Tutte le altre nozioni sono forse le stesse per tutti!<br />— Perché? Esiste una moltitudine d'oggetti che gli uomini si rappresentano in modo nettamente diverso.<br />— Per esempio?<br />— Ce ne sono quanti ne volete... Ecco, per esempio... prendiamo non foss'altro l'aria: per un fanciullo non esiste; un adulto la conosce, come poter dire ciò?, diciamo che col senso del tatto egli l'aspira; ma per un chimico è tutt'altro.<br />Il Maestro parlava con voce calma e convincente come si parla con i fanciulli.<br />— Ma, se si hanno concezioni diverse di questo oggetto, perché, per nominarlo, ci si serve della stessa parola "Dio"? La contadina che lo nomina vuole esprimere una cosa diversa dalla vostra?<br />— Le nostre concezioni sono diverse, ma hanno anche un certo elemento comune. Per tutti gli uomini, questa parola evoca ''nella sua essenza'' una nozione che è comune a tutti loro, ed è perciò che non si può sostituire questa parola con nessun'altra. (pp. 111-113)