Cesare Balbo: differenze tra le versioni

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*Sono raffreddato, il che mi fa sembrare lo scalone del vostro palazzo più lungo, se non vi trovo, e sempre corto, se vi trovo. (da una lettera a [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]]; citato in Italo de Feo, ''Cavour: l'uomo e l'opera'', A. Mondadori, 1969, p. 146)
*Ma intanto, della cresciuta gloria di [[Dante Alighieri|Dante]] congratuliamoci, come di felice augurio colla nostra età, colla [[Italia|nostra Patria]]. Ella ha molti altri grandi scrittori, anzi i più grandi in ogni arte o scienza moderna; il più gran lirico di amore, il più gran novellatore, il più grand'epico grave, il più grande giocoso, il più gran pittore, il più grande scultore, il primo de' grandi fisici moderni e il maggior degli ultimi: [[Francesco Petrarca|Petrarca]], [[Giovanni Boccaccio|Boccaccio]], [[Torquato Tasso|Tasso]], [[Ludovico Ariosto|Ariosto]], [[Raffaello Sanzio|Raffaello]], [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]], [[Galileo Galilei|Galileo]] e [[Alessandro Volta|Volta]]. Vogliam noi glorie, vanti, supremazie? Non ci è mestieri ire in cerca d'ignoti o negati. Tutti questi ce ne daranno. Ma vogliamo noi aiuti? e non a ingegno, di che non abbiam difetto, ma a virtù, se già così sia che ne sentiam bisogno? Torniamo pure, abbandoniamoci all'onda che ci fa tornare al più virtuoso fra' nostri scrittori, a colui che è forse solo virilmente virtuoso fra' nostri classici scrittori. In lui l'amore non è languore, ma tempra; in lui l'ingegno meridionale non si disperde su oggetti vili, ma spazia tra' più alti naturali e soprannaturali; in lui ogni virtù è esaltata, e i vizi patrii od anche proprii sono vituperati, e gli stessi errori suoi particolari sono talora occasioni di verità più universali; la patria città, la patria provincia e la patria italiana sono amate da lui senza stretto detrimento l'una dell'altra, e massime senza quelle lusinghe, quelle carezze, quegli assonnamenti più vergognosi che non l'ingiurie, più dannosi che non le ferite; e i destini nostri allor passati, presenti o futuri, sono da lui giudicati con quella cristiana rassegnazione alla Provvidenza divina, che accettando con pentimento il passato, fa sorgere con nuova forza ed alacrità per l'avvenire. Noi cominciammo con dire, essere stato Dante il più italiano fra gli italiani; ma ora, conosciuti i fatti ed anche gli errori di lui, conchiudiamo pure, essere lui stato il migliore fra gl'Italiani. S'io m'inganno sarà error volgare di biografo; ma come o perché s'ingannerebbe ella tutta la nostra generazione? (da ''Vita di Dante'', pp. 218-219)
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
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===''Vita di Dante''===
Se [[Dante Alighieri|Dante]] non fosse stato altro che poeta o letterato., io lascerei l'assunto di scriverne a tanti, meglio di me esercitati nell'arte divina della poesia, o in quella così ardua della critica. Ma Dante è gran parte della storia d'Italia; quella storia a cui ho dedicati i miei studi, che ho tentata in più guise, ma che non ispero guari di poter compiere oramai. Quindi è che non avendo potuto o saputo ritrarre la vita di tutta la nazione italiana, tento ritrarre quella almeno dell'Italiano che più di niun altro raccolse in sé l'ingegno, le virtù, i vizi, le fortune della patria. Egli ad un tempo uomo d'azioni e di lettere, come furono i migliori nostri; egli uomo di parte; egli esule, ramingo, povero, traente dall'avversità nuove forze e nuova gloria; egli portato dalle ardenti passioni meridionali fuori di quella moderazione che era nella sua altissima mente; egli, più che da niun altro pensiero, accompagnato lungo tutta la vita sua dall'amore; egli, insomma, l'Italiano più italiano che sia stato mai.
 
==Bibliografia==
*Cesare Balbo, ''[http://www.liberliber.it/bibliotecalibri/b/balbo/index.htm Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni: sommario]'', a cura di Fausto Nicolini, G. Laterza e Figli, 1913 – 1914.
*Cesare Balbo, ''[http://www.liberliber.it/bibliotecalibri/b/balbo/index.htm Vita di Dante]'', con le annotazioni di Emmanuele Rocco, F. Le Monnier, 1853.
 
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