Claudio Pavone: differenze tra le versioni
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'''Claudio Pavone''' (1920
== ''Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità della Resistenza'' ==
* C'era nella parola partigiano un remoto significato di difesa della propria terra, a partire dalla guerra di indipendenza degli spagnoli contro Napoleone; ma c'era anche qualcosa di rosso
* In occasione del 7 novembre 1944 l'Unità ribadisce che le vittorie dell'urss sono le vittorie della «forma superiore di democrazia», quella «sovietica proletaria»; e, stiracchiandone la nozione a uso italiano, aggiunge che nell'Unione Sovietica la democrazia «è aperta all'iniziativa e all'attiva partecipazione delle più larghe masse popolari». La democrazia sovietica viene più volte additata come chiave interpretativa della democrazia progressiva patrocinata per l'Italia dal partito<ref>Edizione settentrionale, articolo della serie «Domande e risposte», 7 novembre 1944.</ref>. (Capitolo sesto, ''La guerra di classe'', p. 407)
*Si moriva gridando «viva la libertà! viva Stalin!» o semplicemente «viva Stalin». E il fascino della figura di Stalin poteva espandersi anche su chi non era comunista. Ha raccontato un partigiano arruolatosi nel Gruppo di combattimento Cremona del CIL:
*:<span style= font-size:95%;>In una battaglia che stavamo facendo, in cui ci stavamo prendendo un mucchio di botte dai tedeschi, e stavamo lì lì per scappare, l'ufficiale aveva strillato per tre volte «Avanti Savoia!» e nessuno si muoveva. S'alzò in piedi un compagno
* Gli uomini della brigata Gordini si dichiararono «pronti a impugnare dinuovo le armi in difesa degli interessi del popolo e della Democrazia italiana». [...] Più esplicitamente un partigiano ternano ha cura che la consegna delle armi agli inglesi avvenga nel modo più ordinato, cosl da mostrare che «in quell'occasione consegnavamo soltanto le armi, non certo la nostra capacità di organizzarci e armarci di nuovo»<ref>Testimonianza di Bruno Zenoni, in Portelli, Biografia di una città cit., p. 288.</ref>. (Capitolo ottavo, ''La politica e l'attesa del futuro'', p.586)
* Alle esuberanze del combattentismo rosso si univano in effetti le diffidenze verso quello che rimaneva pur sempre uno Stato borghese, internazionalmente collocato nel campo imperialista. Qualche dubbio sulla piena legalità del dopo liberazione aveva serpeggiato anche nel gruppo dirigente comunista. [...] Diffidenze verso Roma, prive di spiccati segni ideologici, erano affiorate in campo azionista. [...] L'occultamento delle armi, «sotterfugio» autorizzato «sotto voce» da alcuni capi partigiani comunisti del Nord<ref>Quazza, Resistenza e storia d'Italia cit., p. 339.</ref>, fu il modo più immediato in cui si concretizzò la mescolanza di diffidenze e di speranze<ref>Quazza (ibid. , p. 342), rinviando alle opere di Kogan e di Delzell, parla di una consegna delle armi avvenuta solo per il 60 per cento. La grande quantità di armi sequestrate dagli Alleati entro la fine di settembre
== Bibliografia ==
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