Ṛgveda Saṃhitā: differenze tra le versioni

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*Due uccelli, amici inseparabili, vivono fianco a fianco sullo stesso albero (l'Universo). Uno (l'essere individuale) mangia il frutto [dell'azione], l'altro (l'essere universale) guarda, ma non mangia nulla. (''I, 174, 20''; citato in Alain Daniélou, ''Miti e dèi dell'India'', traduzione di Verena Hefti, BUR, 2008)
*''La [[Shiva|sua]] voce risuona nello strepito dei tamburi in mezzo alla battaglia.''<ref>{{NDR|Il testo si riferisce a Rudra, divinità vedica corrispondente al successivo [[w:Shiva|Śiva]] induista.}}</ref> (da ''II, 33, 11''; citato in [[Alain Daniélou]], ''Śiva e Dioniso'', Ubaldini Editore, 1980)
*''Meditiamo sullo splendore glorioso | del divino Vivificatore. | Possa Egli illuminare le nostre menti.'' (III, 62, 10; 2001)<ref>È il Gāyatrī mantra, rivolto al Sole, considerato ''madre'' dei ''Veda''.</ref>
:''tat savitur vareṇyaṃ | bhargho devasya dhīmahi | dhiyo yo naḥ pracodayāt''
*Là dove si insediano le [[gioia|gioie]] e i piaceri, e i passatempi e i favori, dove si realizzano i desideri del [[desiderio]], fa che là io sia un immortale! (da ''IX, 113''; 1999)
*''Indagando nel cuore, i [[poesia|poeti]] riuscirono a scoprire | con la riflessione il legame fra il non essere e l'essere.'' (''10, 12, 9, 4''; citato in [[Roberto Calasso]], ''L'ardore'', Adelphi, 2010)