Vangelo di Filippo: differenze tra le versioni

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*L'[[amore]] non prende nulla. Infatti, come potrebbe prendere qualche cosa, dal momento che ogni cosa gli appartiene? Esso non dice: – Questo è mio – o – Quello è mio, – ma dice: – Questo è tuo. (110)
*Quanto a noi, ciascuno scavi profondamente fino alla radice dell'[[errore]], che è dentro di lui e lo divelga dal suo cuore fino alla radice. Ed esso invero sarà divelto, quando noi lo riconosceremo. Che se noi siamo ignoranti a suo riguardo, esso affonda in noi le radici e produce i suoi frutti nei nostri cuori. Esso domina su di noi, e noi siamo suoi schiavi. Ci tiene prigionieri, cosicché noi facciamo ció che non vogliamo, e ciò che vogliamo non lo facciamo. Esso è potente perché noi non lo conosciamo, e finché esiste, esso lavora. L'[[ignoranza]] è per noi la madre dell'errore. (123)
 
*Coloro che affermano: «Il Signore è morto e (poi) è risuscitato», sbagliano. Egli, infatti, prima risorse e (poi) morì. Chi non ottiene prima la [[risurrezione]], costui morirà. Poiché Dio vive, costui sarà (già) morto. (56, 17; 2007)
*La verità non è venuta nuda in questo mondo, ma in [[simbolo|simboli]] e immagini. Non la si può afferrare in altro modo. (67, 10; 2007)
 
==Bibliografia==
*''Vangelo di Filippo'', in ''I vangeli apocrifi'', a cura di Marcello Craveri, ET Einaudi, Torino, 2005.
*''Vangelo di Filippo'', in ''I vangeli gnostici'', a cura di Luigi Moraldi, Adelphi, 2007 (1993).
 
==Voci correlate==