Giuseppe Aurelio Costanzo: differenze tra le versioni

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Francesco Guardione
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Quanti piegar disdegnano
La groppa al basto, il collo a la cavezza.</poem>
 
==Citazioni su Giuseppe Aurelio Costanzo==
*Non vi ha chi non abbia letto senza palpitare le poesie del Costanzo, specialmente i sonetti A <small>MIA</small> M<small>ADRE</small>, dei quali il [[Luigi Settembrini|Settembrini]] disse parole d'affetto, riconoscendo nell'amoroso figlio lo animo del poeta. Le poesie di G. A. Costanzo, fin dal primo apparire, interessarono il [[Alessandro Manzoni|Manzoni]], il Settembrini, il [[Ruggiero Bonghi|Bonghi]], ed altri onorandi, non che i giovani, che rapiti da quella lettura sentivano amare profondamente il gentile e tenero poeta. Il Costanzo scrisse il M<small>ARZO</small> e G<small>LI</small> E<small>ROI</small> <small>DELLA</small> S<small>OFFITTA</small>, componimenti, bellissimi per leggiadra e delicatezza artistica, ardui per le mire politiche e i problemi sociali, che si propongono, e che tuttavia restano insoluti; ma suo maggior pregio è il toccare la corda degli affetti. Oh allora la musa del Costanzo si solleva in più spirabil aere, in mondi puri e luminosi, ove le passioni non esercitano alcun sinistro dominio. ([[Francesco Guardione]])
 
==Bibliografia==