Ivan Lendl: differenze tra le versioni

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* In gran parte è diventato il numero uno per abbandono. Guarda, [[Björn Borg|Borg]] ha lasciato, io sono diventato vecchio e a [[John McEnroe|McEnroe]] gli si è intorpidito il cervello. Qualcuno doveva essere numero uno. Lendl ha saputo aspettare e gli è andata bene. ([[Jimmy Connors]])
* Lendl era un giocatore fortissimo, uno dei più forti della sua epoca, ma non era bravo a giocare a tennis. [...] era quasi imbattibile, al suo apice, ma aveva evidenti limiti tecnici: a rete ad esempio non ne azzeccava una. ([[Adriano Panatta]])
* Lendl, nella sua personificazione del Male, anzi del Maligno, in quella sua liturgia di tic bestiali (le ciglia spulciate, l'orrido detergersi nella segatura) e look orrorifico (quei polsini più lunghi del Tamigi) aveva un merito. Uno solo: rappresentava benissimo il ruolo del Cattivo. Non aveva pregi e non pretendeva di averne. Era l'uomo da odiare, l'anti McEnroe, l'anti-Bellezza. E il mondo (quello salvo, almeno) gioiva nel vederlo umiliato a Wimbledon, più ancora irriso dal servizio "da sotto" di Chang. ([[Andrea Scanzi]])
* Ogni arte ha bisogno del Male, ogni teatro insegue il Cattivo. Eccolo, al suo massimo "splendore": Ivan Lendl. Il Tiranno cecoslovacco è stato il Memento Mori del tennis. La quintessenza della cattiveria, del sadismo. Dell'antipatia. Brutto come una scena tagliata di Pino Quartullo (ammesso che ne esistano), soleva farsi il bagno nella segatura e spulciarsi scimmiescamente le sopracciglia prima di servire. Indossava polsini ascellari, il volto era scavato dall'odio, lo sguardo quello di un collezionista di bulbi. ([[Andrea Scanzi]])
 
=== [[Gianni Clerici]] ===