Adriano Panatta: differenze tra le versioni

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*Non potevo essere io il modello da imitare. Panatta era talento puro. Più facile rifarsi a uno come [[Björn Borg]], tenere un ragazzo quattro o cinque ore al giorno ad allenarsi contro un muro. Ma per condannarsi a quelle dosi di lavoro ci voleva appunto la testa di uno come Borg. L'italiano è diverso, ha bisogno di divertirsi. Prendi due ragazzini, uno svedese e un italiano, mettili davanti a un muro a palleggiare: dopo un quarto d'ora l'italiano si è già stufato, lo svedese dopo sei ore lo devi fermare.<ref name=panorama/>
*Per organizzare un torneo bisogna conoscere bene la città in cui si svolge. [[Roma]] è una grande «zoccola», i miei Internazionali sposavano sport e mondanità, i campioni del tennis e il generone romano.<ref name=panorama/>
*{{NDR|Sugli Internazionali di Roma del 1975}} Quella vittoria non la dedicai a mio padre, a mia madre, a mia moglie o a mio figlio. La dedicai a me stesso e basta! <ref>Citato in Pietro Farro, ''Il tennis è un grattacielo: storie in punta di racchetta'', Effepi Libri, 2005, p. 85, ISBN 88-6002-001-8</ref>
*Se arrivi a giocare a un livello mondiale non puoi permetterti d'essere pigro. Ho subito i luoghi comuni che vedono nel romano un campione d'indolenza. Guardi [[Francesco Totti]]: ha lavorato come un pazzo per rientrare in forma ai Mondiali e sono lì tutti a sbalordirsi. Capitava magari quando, dopo tre mesi di torneo, sentivo l'esigenza di staccare, di dedicarmi ad altro. Il tennis non è mai stato una monomania per me. Anche quando ero all'apice mi piaceva leggere, mi tenevo informato: erano gli anni di piombo.<ref name=panorama/>
*Sono sempre stato di sinistra ma non mi piacciono i fanatismi, gli eccessi ideologici. Alla fine mi risulta che [[Enrico Berlinguer]] ci avesse ripensato. E comunque io volevo andare e vincere. Il pubblico cileno fu straordinario, il migliore che abbia mai incontrato, ma l'aria era molto pesante, opprimente.<ref>Il riferimento è alla finale di Coppa Davis del 1976, poi vinta dall'Italia. Tale finale andava giocata nel Cile del dittatore Pinochet e la sinistra italiana pretendeva la rinuncia da parte della squadra azzurra. (da ''[http://archivio.panorama.it/home/articolo/idA020001037415 «Vi racconto il tennis, quello di ieri e quello di oggi»]'', ''Panorama'', 8 agosto 2006)</ref>