Sebastiano Vassalli: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Sebastiano Vassalli==
 
*Il mestiere dello scrittore consiste nel raccontare storie. Così era ai tempi di Omero e così è ancora oggi. È un mestiere antico come il mondo, che risponde ad una necessità degli esseri umani, ad un loro bisogno fondamentale: quello di raccontarsi. Finché ci saranno nel mondo due persone, ci sarà chi racconta una storia e ci sarà chi ascolta una storia. Quante cose si fanno, o si sono fatte, che non si sarebbero mai fatte se non ci fosse stata la possibilità di raccontarle! Senza la memoria del passato che è all’origine di ogni racconto, il nostro percorso di civiltà sarebbe ancora fermo da qualche parte nella notte dei tempi. Le grandi conquiste e le grandi imprese di ogni genere non avrebbero avuto lo stimolo per compiersi, e anche gli atti di eroismo sarebbero stati rari, e sarebbero stati scambiati per follia….. (da ''Un nulla pieno di storie. Ricordi e considerazioni di un viaggiatore nel tempo"'', Interlinea 2010).
*Giuseppina Crispi guardava quella [[Sicilia]] di cui, da quando era al mondo, non aveva sentito raccontare che meraviglie; tutti [...] ne parlavano come di una terra meravigliosa e fantastica, dove tutti gli estremi si toccano e riescono a convivere, tutte le bellezze del creato si manifestano davanti agli occhi increduli del viaggiatore... Ciò che invece lei stava vedendo, da parecchi giorni, era il paesaggio più desolato e monotono che si potesse immaginare, per lo meno in Italia; una campagna affogata nella polvere e già brulla prima ancora che l'estate fosse iniziata: in primavera nella stagione più bella dell'anno! Dappertutto si vedevano colline grige o gialle di tufo, senza nemmeno un albero, e inerpicati a mezza costa o sul cocuzzolo di quelle colline c'erano certi paesi assurdi ed evanescenti dove nessuna persona sana di mente- pensava la ragazza – sarebbe mai venuta a viverci per una scelta... (da ''Il cigno'', pag. 49)
*[[Guerra]] di popolo è una guerra non di soldati, ma di uomini. Che combattono per se stessi, anzitutto: per motivi chiari, evidenti, per ideali in cui credono; e non perché ne hanno ricevuto l'ordine o perché son pagati per questo. (Citato in prefazione: [[Renata Viganò]], ''L'Agnese va a morire'', Einaudi 1974)