Stefan Zweig: differenze tra le versioni

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*Soltanto quegli ideali che non si sono logorati, o compromessi attuandosi, vivono in ogni generazione. Ad essi soltanto, non ancora adempiuti, è assicurato un costante ritorno.
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Il mondo di ieri''===
 
===''Il mondo di ieri''===
===[[Incipit]] di alcune opere===
Se tento di trovare una formula comoda per definire quel tempo che precedette la prima guerra mondiale, il tempo in cui son cresciuto, credo di essere il più coinciso possibile dicendo: fu l'età d'oro della sicurezza. Nella nostra monarchia austriaca quasi millenaria tutto pareva duraturo e lo Stato medesimo appariva il garante supremo di tale continuità. I diritti da lui concessi ai cittadini erano garantiti dal parlamento, dalla rappresentanza del popolo liberamente eletta, e ogni dovere aveva i suoi precisi limiti. La nostra moneta, la corona austriaca, circolava in pezzi d'oro e garantiva così la sua stabilità. Ognuno sapeva quanto possedeva o quanto gli era dovuto, quel che era permesso e quel che era proibito: tutto aveva una sua norma, un peso e una misura precisi.
 
===''L'agnello del povero''===
===[[Incipit]]===
LE PERSONE<br>FRANÇOIS FOURÈS, tenente del Settimo Cacciatori – PAOLINA FOURÈS, moglie del tenente Fourès, soprannominata BELLILOTTE – BONAPARTE generale dell'esercito in Egitto – BERTHIER, suo aiutante – DUPUY, comandante la piazza del Cairo – LA SIGNORA DUPUY, sua moglie – DESCHAMPS ufficiale di fureria – FOUCHÈ, ministro di polizia sotto il Consolato – DESCAZES, avvocato a Parigi – Primo, secondo, terzo soldato – Un gendarme.<br>''QUADRO PRIMO''<br>''(Cortile interno del palazzo Esbekieh al Cairo. Sullo sfondo la scala che porta al quartier generale dello Stato Maggiore e all'appartamento del generale Bonaparte. Verso il proscenio, accampati in disordine attorno ad una tavola, soldati della compagnia di guardia e l'ufficiale di fureria Deschamps. Crepuscolo, cielo tropicale di un azzurro opalino picchiettato dalla luce delle stelle.)''<br>PRIMO SOLDATO ''(si è tolto gli stivali e li va scuotendo)'' – Sabbia, dappertutto la maledetta sabbia! Nella canna del fucile, nelle tasche, nel pane, a letto, sin dentro le budella, dappertutto quella maledizione di un sale giallo. Vorrei sapere come fanno ad ingrassare tanto le pulci in questo paese.<br>SECONDO SOLDATO – Perché noi poveri sciocchi veniamo a nutrirle del nostro buon sangue francese! Altrimenti resterebbero secche anche loro come le donne di questi fellah. Vorrei vederlo in faccia quella canaglia di ministro al quale è venuta la bella idea di mandarci quaggiù in una terra desolata, gialla come sterco! Lo possa cogliere la peste!<br>TERZO SOLDATO – Non nominarla invano! Ieri sedici e oggi ventiquattro all'ospedale con le macchioline verdi. E s'ingrossano a tremende bozze, più rapide che al nostro paese le ciliege.