Alphonse de Lamartine: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m apostrofo
Riga 25:
*Mia madre era convinta, ed io ho la stessa convinzione, che uccidere gli animali per nutrirsi della loro carne e del loro sangue, sia una delle infermità della razza umana, una delle maledizioni scagliate sull'uomo, sia per il suo fallo, sia per l'ostinazione della sua perversità. Ella credeva, ed io lo credo come lei, che quelle abitudini di durezza di cuore verso i più mansueti animali, compagni nostri, aiuti e fratelli di lavoro, e persino di affezioni quaggiù; quelle immolazioni, quegli appetiti di sangue, quella vista di carni palpitanti siano fatti per abbrutire e indurire gli istinti del cuore.<br />Credeva pure, e lo credo anch'io, che quel nutrimento, assai più succulento e sostanzioso in apparenza, contenga in sè principî irritanti e putridi, che inacidiscono il sangue e abbreviano la vita dell'uomo.<br />Citava, come esempio di astinenza, le popolazioni innumerevoli, dolci e pie, delle Indie, che rispettano tutto ciò che ha avuto una vita; e le forti razze dei popoli pastori, ed anche i laboriosi agricoltori [...]. (IV, VIII, pp. 144-146)
*Qualche giorno dopo, mia madre, che andava in città, mi condusse con sé e mi fece passare, come per caso, dal cortile di una macelleria. Vidi degli uomini con le braccia nude, insanguinate, che atterravano un bove; altri che sgozzavano dei vitelli e dei montoni, e ne squartavano le membra ancora palpitanti: rivoli di sangue fumavano qua e là per terra. Preso da una profonda pietà, mista ad orrore, chiesi di passare oltre al più presto, e l'idea di quelle scene orribili e disgustose, necessari preliminari di uno di quei piatti di carne che vedevo serviti a tavola, mi fece prendere in disgusto la nutrizione animale, e i macellai in orrore. (IV, VIII, pp. 147-148)
*Dio ha collocato il genio della [[donna]] nel cuore, perché le opere di questo genio sono tutte opere d’amored'amore. (IV, IX, p. 152)
*Il [[cinismo]] è l'ideale abbattuto, la parodia della bellezza fisica e morale, il delitto dello spirito, l'abbrutimento dell'immaginazione, ed io non potevo compiacermene. Vi era in me troppo entusiasmo per sguazzare in quelle lordure dell'intelligenza. La mia natura aveva le ali e i miei pericoli erano in alto, non in basso. (VI, V, p. 227)