Victor Lebrun: differenze tra le versioni

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==''Devoto a Tolstoj''==
*Come nulla si perde nel mondo fisico, altrettanto avviene nel mondo morale e là, dove cova una scintilla, il minimo soffio basta spesso per avvivare la fiamma. Migliaia e migliaia di cuori, come il mio, furono commossi e confortati dal potente sforzo morale e intellettuale di Leone Tolstoj. (p. 64)
*Nei primi tempi, ogni volta che ponevo una domanda, una luce di divertito stupore si accendeva nei suoi occhi grigi che avevano un riflesso inesprimibile di spirito, di finezza e di bontà. Poi seguiva la risposta.<br />— È curioso vedere quanto spesso gli uomini non comprendano le cose più semplici.<br />— Io mi spiego questo fenomeno così — rispose il Maestro. — Hanno il loro recipiente pieno o è adagiato su un lato, oppure ha il fondo all'aria, di modo che è impossibile versarvi alcunché; in simili casi la cosa migliore è allontanarsi.<br />— Leone Nicolaevič, che cos'è la [[follia]]? — Posi la domanda a bruciapelo, senza nessuna introduzione. La piccola luce di stupore malizioso divenne più forte del solito.<br />— Io, ''io ce l'ho''... la spiegazione... ''la mia''... — Sottolineò «io ce l'ho» e «la mia», poi si fermò. Accompagnate dal piccolo fuoco aggressivo degli occhi scintillanti, le sue interiezioni erano piene di senso [...]. Sottolineava «mia» e ciò significava: «Come sempre sono in opposizione con l'opinione generale, ma questo è il risultato della mia analisi.» [...] seguì la risposta:<br />— È l'egoismo. La concentrazione dell'attenzione su se stessi e poi su un'idea qualsiasi. (pp. 109-110)
*Una volta, dopo il tè della sera Tolstoj, che si sentiva male, mi chiamò in camera sua. Alloggiava allora in basso [...].<br />— Che cosa vi preoccupa, ora? A che pensate? — mi domandò, sdraiandosi sul grande divano coperto di tela cerata nera e comprimendosi il fegato malato con la mano passata sotto la cintura.<br />— A [[Dio]]. Cerco di chiarire in me questo concetto.<br />— In casi simili, mi ricordo sempre della definizione di [[Matthew Arnold]]. Ve ne ricordate? «Dio è la cosa eterna, posta al di fuori di noi, che ci conduce e che esige da noi la santità.» Aveva studiato i libri del ''Vecchio Testamento'', e, per quell'epoca, la definizione era sufficiente. Ma, dopo Cristo, bisogna aggiungere che, al contempo, Dio è l'amore.<!-- la chiusura di virgolette manca così nel testo --><br />«Ognuno di noi possiede la propria rappresentazione di Dio. Per i materialisti Dio è la materia, benché ciò sia completamente erroneo; per [[Immanuel Kant|Kant]], è una cosa, per una contadina illetterata è un'altra.» Egli continuava così rispondendo al più completo disappunto che si dipingeva sul mio volto.<br />— Ma che cos'è questa nozione, se differisce in ciascun individuo? Tutte le altre nozioni sono forse le stesse per tutti!<br />— Perché? Esiste una moltitudine d'oggetti che gli uomini si rappresentano in modo nettamente diverso.<br />— Per esempio?<br />— Ce ne sono quanti ne volete... Ecco, per esempio... prendiamo non foss'altro l'aria: per un fanciullo non esiste; un adulto la conosce, come poter dire ciò?, diciamo che col senso del tatto egli l'aspira; ma per un chimico è tutt'altro.<br />Il Maestro parlava con voce calma e convincente come si parla con i fanciulli.<br />— Ma, se si hanno concezioni diverse di questo oggetto, perché, per nominarlo, ci si serve della stessa parola "Dio"? La contadina che lo nomina vuole esprimere una cosa diversa dalla vostra?<br />— Le nostre concezioni sono diverse, ma hanno anche un certo elemento comune. Per tutti gli uomini, questa parola evoca ''nella sua essenza'' una nozione che è comune a tutti loro, ed è perciò che non si può sostituire questa parola con nessun'altra. (pp. 111-113)
*Era ancora debolissimo dopo una seria malattia, di modo che era necessario evitare le conversazioni troppo lunghe per non affaticarlo. Una volta, tornando a casa, lo trovai in giardino, su una sedia a sdraio. Soltanto la figlia Maria gli era vicino [...]. Ma non volevo perdere questa occasione.<br />— Ebbene, Leone Nicolaevič, possiamo fare un po' di filosofia? Non vi affaticherete?<br />— Oh, sí! Si può, si può! — rispose gioiosamente, interrogandomi con lo sguardo.<br />— Proprio ieri pensavo a Dio, e pensavo anche che non si può determinarlo con nozioni positive, poiché ognuna di esse è una nozione umana. Non ci sono che nozioni negative che possono essere precise. Non la negazione.<br />— Ciò è esattissimo.<br />— Di modo che non è preciso dire che Dio è l'Amore e la ragione. Amore e ragione sono qualità umane.<br />— Sí, sí. È esattissimo, solo che l'amore e la ragione ci uniscono a Dio. (pp. 113-114)
*La [[natura]] è simile a una donna di grande merito: per poterla comprendere e apprezzare, bisogna vivere a lungo con lei nella più completa intimità. (p. 121)
*{{NDR|Su [[Sof'ja Tolstaja]]}} Il male che quella donna fece al marito e all'umanità è incalcolabile. Era insistente, senza alcuna pietà, e niente la fermava nei suoi mezzi di attacco. E tuttavia, se per difetti innati era incapace d'essere, secondo l'espressione di [[Nikolaj Gogol'|Gogol']], «la guardia dell'anima di suo marito», come lo fu ad esempio la moglie di [[Mahatma Gandhi|Gandhi]], era tuttavia obbligata a rispettare i suoi diritti più sacri [...]. (p. 147)
*Una volta, quando non avevo ancora diciotto anni, avevo avuto l'occasione di parlare al Maestro delle discordie con mia madre. Dietro il suo eterno e insistente consiglio di cedere gli presentavo con veemenza una replica che avevo già preparato in anticipo.<br />— Se le giovani [[Generazione|generazioni]] avessero sempre ceduto alle vecchie, vivremmo ancora all'età della pietra.<br />— Indubbiamente — rispose senza la minima esitazione. — Esiste un limite, al di là del quale non ci si può piegare. (p. 164)