Bhagavadgītā: differenze tra le versioni

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*La ''Bhagavad-Gîtâ'' [...] contiene in sintesi gli aspetti preminenti del Vedantismo e una "metafisica dell'azione" con la quale inizia il ''bhakti-yoga''. Il testo concilia vie induiste contraddittorie e il popolarismo delle concezioni puraniche con il misticismo tendente al divino assoluto. Risolve quindi il dilemma tra ''karma-marga'' (fede) e ''ghinana-marga'' (conoscenza), e in definitiva esprime una visione eminentemente mistica, ma virile, della realtà. ([[Gabriele Mandel]])
*La ''Gita'' insegna pure che non è necessario rinunciare al mondo. Non vi dev'essere alcun vero conflitto fra vita ordinaria e vita spirituale: tutto quel che è necessario è agire liberi da attaccamento. ([[Jean Campbell Cooper]])
*Per migliaia di persone essa è la ''vera'' madre, in quanto produce il ricco latte del sollievo nelle difficoltà. Io l'ho chiamata il mio dizionario spirituale, perché non mi ha mai abbandonato nell'angoscia. Si tratta inoltre di un libro esente da faziosità e dogmi. Il suo appello è universale. Non considero la Gita un libro astruso. Senza dubbio i dotti riescono a vedere delle astrusità in tutto quello che gli capita a tiro. Però, a mio avviso, un uomo di intelligenza normale non dovrebbe trovare difficoltà a recepire il semplice messaggio della Gita. Il suo sanscrito è incredibilmente semplice. ([[Mahatma Gandhi]])
*Secondo la Bhagavadgītā, è perduto, per questo mondo e per l'altro, colui che è «preda del dubbio», quello stesso dubbio che il buddismo da parte sua cita fra i cinque ostacoli alla salvezza. ([[Emil Cioran]])