Robert Bloch: differenze tra le versioni

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===''Quel vampiro di Lovecraft''===
Non so perché l'ho fatto. Giuro che non lo so. Forse ero pazzo. Ogni volta che mi rado mi viene la bava alla bocca.<br>
Sì, voglio ammetterlo. Sono pazzo. Tutti sono pazzi qui, in questo mani­comio. Perfino gli [[scarafaggi]] sono persone importanti.<br>
Se solo l'avessi saputo! Ma come potevo saperlo? «''Siete cordialmente invi­tato a cena da [[Howard Phillips Lovecraft|H. P. Lovecraft]]''», diceva il biglietto d'invito. E io, come un folle, ho accettato<ref>H. P. Lovecraft (1890-1937), uno dei maggiori autori fantastici di questo secolo, intrattenne com'è noto una vastissima corrispondenza con colleghi e appassionati. Pochissimi, però, lo in­contrarono di persona. Il suo isolamento fece fiorire intorno a lui una serie di strane leggende: chi lo diceva un ecclesiastico a riposo, chi un anziano professore di Scienze Occulte, chi un recluso confinato in una casa di malati da stupefacenti. In realtà, era semplicemente troppo povero per viaggiare. Robert Bloch (l'autore di ''Psycho'', che in gioventù fu uno dei suoi più affezionati corrispondenti, senza mai averlo incontrato), in questo breve raccontino fa dell'i­ronia proprio sulle leggende che circolavano attorno a Lovecraft ancora vivente. Il testo è stato pubblicato su una rivista amatoriale americana, e lo traduciamo come omaggio ai due Autori (''N.d.C.'').</ref>.