Jean-Claude Izzo: differenze tra le versioni

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*Non mi piace rispondere alle domande che mi toccano intimamente. Le risposte sono spesso ambigue e si possono prestare a ogni interpretazione. Anche se si tratta di una persona vicina.
*Avevo amato le donne con le quali ero vissuto. Tutte. E con passione. Anche loro mi avevano amato. Ma sicuramente con maggior sincerità. Mi avevano dato un po' di tempo della loro vita. Il tempo è una cosa essenziale nella vita delle donne. Per loro, è reale. Per gli uomini, relativo. Mi avevano dato molto. E io, cosa avevo regalato? Tenerezza. Piacere. Felicità sul momento. Su questo, sapevo cavarmela. Ma dopo?
*Per pescare, bisogna avere la mente sgombra. Come a [[biliardo]]. Si guarda la palla. Ci si concentra sulla traiettoria che le si vuole far fare, e poi si imprime alla stecca la forza che si desidera. Con sicurezza e determinazione. A pesca, si lancia la lenza, poi ci si concentra sul galleggiante. Non si lancia la lenza così a caso. Un pescatore si riconosce dal lancio. Lanciare denota l'arte della pesca. L'esca attaccata all'amo deve impregnarsi di mare, dei suoi riflessi. Sapere che il pesce è lì sotto non basta. L'amo deve arrivare in acqua con la leggerezza di una mosca. L'abbocco, lo si deve intuire. Per uncinare il pesce nell'attimo in cui morde.
*[...]Era la mia regola, in barca non portavo nessuno. Era la mia isola.
*Per la prima volta, misi in conto che capire non mi sarebbe probabilmente bastato. Capire significa aprire una porta, ma raramente si sa cosa c'è dietro.