*L'incompleta comprensione di se stesso, il non ammettere che il suo amore non era per nulla più sublime, ma un amore come tutti gli altri, se pure -– almeno al tempo suo -– con più scarse possibilità di felice esaudimento, questo equivoco insomma lo spinse all'ingiustizia, all'insanabile amarezza, all'esacerbato rancore per il dispregio e la durezza in (sic) cui la sua ardente dedizione si scontrava quasi ad ogni momento ed esso ha parte evidentissima nel suo risentimento contro la Germania e contro tutto ciò che è tedesco, e finì per spingerlo all'esilio ed alla morte solitaria. ([[Thomas Mann]], ''Augusto von Platen'', p. 372)
==Bibliografia==
*Thomas Mann, ''Augusto von Platen'' [1930], in "Nobiltà dello spirito. Saggi critici" (= Tutte le opere, vol. X), Mondadori, Milano, 1953 e 1973.
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