Angelo di Costanzo: differenze tra le versioni
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*Poichè l'[[Federico II del Sacro Romano Impero|Imperator Federico Secondo]], non senza nota d'ingratitudine, ebbe consumati i miglior anni suoi infestando la Chiesa Romana tanto di lui benemerita; ritrovandosi in [[Fiorentino di Puglia|Fiorentino Città di Puglia]], (ch'or è disfatta) con animo di far nuovo esercito contro [[Papa Innocenzo IV]] dal quale poco innanzi era stato privato per sentenza dell'Imperio Romano e de' Regni di Puglia e di Sicilia; venne ad ammalarsi gravemente. E bench' egli per l'età, cb'era ancor fresca e per la robustezza del corpo , parea che avesse potuto prevalersi dal male: tutti gli Autori di quel tempo scrivono che fu affogato da [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]] suo figliuolo bastardo, il quale alcuni anni avanti avea creato Prencipe di Taranto. Lasciò due figli legittimi, [[Corrado di Germania|Corrado Re di Germania]] ed [[Enrico Carlotto di Sicilia|Enrico]], il quale era fanciullo, ch'allora era in Sicilia. Lasciò tra' figli bastardi [[Enzo di Sardegna|Enzio Re di Sardegna]], che a quel tempo si ritrovava prigione in [[Bologna]]; Manfredi Prencipe di Taranto e [[Federico d'Antiochia|Federico]], che teneva il titolo solo del Prencipato d'Antiochia in Soria.
===Citazioni===
*Ed accade che [[
*Scrive [[Matteo Spinelli|Matteo di Giovinazzo]], che l'esercito di [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]] la maggior parte era di Saraceni, e che per difesa del regno Manfredi avea chiamato i Baroni, come sono tenuti per lo servizio delli feudi, e tra quelli nomina i Conti di Celano e di Molisi, e li Signori di casa d'Acquaviva e di casa di Sangro e di casa di Gesoaldo, e alcuni altri di case, che ora sono estinte. (p. 25-26)
*Venuto l'anno di Cristo MCCXCIV. all'ultimo presero risoluzione di far Papa un povero Eremita, chiamato fra [[Papa Celestino V|Pietro di Morone]], che stava in un picciolo eremitaggio, due miglia lontano da [[Sulmona|Sulmone]], nella laida del monte di Majella, e già era opinione, che per la santità della vita non accetterebbe il Papato: [[Carlo II d'Angiò|Re Carlo]] udita l'elezione, andò subito a persuadere che l'accettasse e ad adorarlo, e l'indusse a mandare a chiamar il Collegio de' Cardinali all'[[Aquila]], e fu agevol cosa a persuaderlo, non già per avidità ch'egli avesse di regnare, ma solo per la semplicità ed umiltà sua grandissima. (p. 157)
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