Lucrezia Borgia: differenze tra le versioni

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* Se Teodora di Bisanzio fu bravissima a far dimenticare le sue dissolutezze giovanili, Lucrezia – vissuta un migliaio d'anni più tardi – da cinque secoli si trascina l'ingiusta fama di essere il simbolo della femmina che per raggiungere e conservare il potere utilizza senza remora alcuna il sesso, l'incesto e il delitto. Il ritratto della spregiudicata avvelenatrice, riproposto fino all'Ottocento da [[Alexandre Dumas (padre)|Alexandre Dumas]] e da [[Victor Hugo]], e che ispirò anche [[Lucrezia Borgia (opera)|l'opera]] di [[Gaetano Donizetti]], è completamente falso e solo in anni recenti è stato rivisto. ([[Bruno Vespa]])
 
*Tale l'atmosfera di Roma, nella quale Lucrezia Borgia viveva, senza essere essa stessa migliore nè peggiore delle donne del tempo suo. Ebbe spirito gaio e leggiero. Non sappiamo se abbia mai avuto a sostenere lotte morali; se siasi mai trovata in uno stato di contradizione interiore con le azioni della sua vita o con coloro che l'attorniavano. Teneva una corte, che il padre avrà trattata con larghezza e profusione; ed era in frequentissime relazioni con le corti de' fratelli suoi. Rssa era la compagna e l'ornamento delle loro feste; essa la confidente degli intrighi nel Vaticano, rivolti a crescere la grandezza de' Borgia. E in tal scopo dovevasi ben presto concentrar tutto quanto potesse più vivamente starle a cuore.<br> In verità, non mai, neanche nel tempo posteriore, si mostra donna di genio straordinario. In lei non una delle qualità atte a farne una ''Virago'', come Caterina Sforza o Ginevra Bentivoglio. E non possedeva neppure quello spirito dell'intrigo proprio di una Isotta da rimini, ovvero la potenza intellettuale di una Isabella Gonzaga. Non fosse stata figliuola di Alessandro VI e sorella di cesare, difficilmente sarebbe stata notata nella storia del tempo suo, ovvero sarebbe ita perduta nella moltitudine, come donna seducente e assai corteggiata. Pure, nelle mani di suo padre e suo fratello, diventò istrumento e vittima altresì di calcoli poltici, a' quali ella non ebbe forza alcuna di oppor resistenza.<ref>Gregorovius, ''Lucrezia Borgia. La leggenda e la storia'', p. 93</ref> (Ferdinando Gregorovius)
 
==Note==