Isabella Ragonese: differenze tra le versioni

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* Da spettatrice le fiction mi annoiano. Perché ogni dieci minuti c'è qualcuno che fa il riassunto di quel che è successo. È anticinematografico. Da attrice, invece, non credo che riuscirei a fare un buon lavoro con quei tempi forsennati di recitazione.
* La comunicazione on line mi pare un po' nevrotica. E poi che senso ha uno strumento che ti mette in contatto con dei compagni di classe di cui ti sei liberata a fatica?
 
{{Intestazione|''Ho un problema: non riesco mai a dire di no'', intervista di Anna Maria Speroni, ''Io Donna'', 30 aprile 2011}}
 
* Il mio essenziale cambia sempre. È sfuggente. Lo capisci dopo, se in un certo momento eri felice o no: mentre vivi non ci pensi. Ci vuole una certa distanza.
* Mi ero detta che, se non avessi combinato niente come attrice, non mi sarei incaponita e avrei cambiato mestiere. Invece ho fatto talmente tante cose che i miei 30 anni mi sembrano 50. Come se avessi vissuto tante vite, più di così non li potevo sfruttare.
* Viviamo nell'epoca dell'ipercomunicazione, mandi sms, foto ed email, ma "mi piaci" e "ti amo" sono parole difficili da dire quando le pensi davvero. Così preferisci avere tante storie leggere anziché una importante. Perché a una relazione vera ti devi dedicare, non è una cosa così naturale come ci porta a credere il mito romantico del grande amore: i nostri nonni stavano insieme 50 anni, con rinunce penso, e senza troppo romanticismo, ma la loro era comunque una forma d'amore, un "volere bene" in senso bello, volere il bene dell'altro, rispettarlo, non fargli male. Invece noi al primo problema diciamo ecco, allora non è lui. Ci vorrebbe un po' di concretezza tra amore idealizzato e realtà.
 
==Film==