Ian Fleming: differenze tra le versioni

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*«Un martini Dry» disse.«Uno. Ma in una coppa profonda, da champagne.» «''Oui, Monsieur.''» «Un momento. Tre parti di Gordon's, una di vodka e mezza di Kina Lillet. Agiti bene il tutto nello shaker, finché non è ben ghiacciato, poi aggiunga una fetta grossa ma sottile di scorza di limone. Mi sono spiegato?» (pg. 58 cap. 7)
*Ricavo un ridicolo piacere da quello che mangio e bevo. Dipende dal fatto che sono scapolo, ma soprattutto dal vizio di curare esasperatamente i particolari. Sono pedanterie degne di una vecchia zitella, ma in genere quando lavoro devo mangiare da solo, e fare caso a tutto rende la cosa più interessante. (cap. 8, pag. 66)
*[...] Scopri' che gli riusciva facile parlare con lei, e ne fu sorpreso. Generalmente con le donne era insieme taciturno e appassionato. I lunghi preamboli della seduzione lo annoiavano quasi quanto il successivo fastidio dello sbrogliamento. C'era qualcosa di disgustoso nell'immancabile traiettoria di ogni relazione. La parabola convenzionale - l'attrazione, le mani che si sfiorano, il bacio, il bacio appassionato, i corpi che si sentono, il culmine a letto, e poi ancora letto, poi meno letto, poi la noia, le lacrime e l'amarezza conclusiva - gli appariva vergognosamente ipocrita. E ancor di piu' detestava la "mise en scene" di ognuno di questi atti di commedia: l'incontro a una festa, il ristorante, il taxi, l'appartamento di lui, l'appartamento di lei, poi il fine settimana al mare, di nuovo i rispettivi appartamenti, poi gli alibi furtivi e l'addio finale, livido, davanti a un portone sotto la pioggia. Ma con Vesper non sarebbe potuto succedere niente di tutto questo. Nel tedio della stanza, nel tedio delle cure, la presenza di lei era ogni giorno un'oasi di piacere, un momento da aspettare con gioia. Nella loro conversazione non c'era che amicizia, con un lontano sottofondo di passione. [...] (cap 22, ''Una berlina frettolosa'')
*[...] I suoi sentimenti per lei erano confusi, e quella confusione lo rendeva impaziente. Prima era cosi' semplice. Lui aveva intenzione di andare a letto con Vesper al piu' presto, perche' la desiderava [...] Penso' che per qualche giorno sarebbero andati a letto insieme, poi magari l'avrebbe rivista qualche volta a Londra. Infine ci sarebbe stato l'inevitabile distacco [...] Invece, chissa' come, lei gli era entrata sotto la pelle [...] Trovava la compagnia di Vesper piacevole e per niente faticosa. In lei c'era qualcosa di enigmatico che non smetteva di stimolarlo. Svelava poco della sua personalita' e Bond sentiva che, per tanto che rimanessero insieme, c'era sempre all'interno di Vesper una stanza privata dove lui non poteva entrare. Era premurosa e piena di attenzioni senza essere servile, e senza venir meno del suo fare altero. E adesso lui sapeva che era anche intensa, sensuale, eccitante [...] Amarla fisicamente sarebbe stato ogni volta un viaggio elettrizante, senza la parabola discendente dell'arrivo [...] (cap 23, ''Una marea di passione'')
*{{NDR|Vesper Lynd, nella lettera che lascia a Bond prima di uccidersi}}<br> [...] Adesso è tardi, e sono stanca, e soltanto due porte mi separano da te. Ma devo avere coraggio. Tu mi potresti salvare la vita, ma io non potrei sopportare lo sguardo dei tuoi occhi.