Francesco Guicciardini: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*14. Tre cose desidero vedere innanzi alla mia morte; ma dubito, ancora che io vivessi molto, non ne vedere alcuna; uno vivere di repubblica bene ordinato nella cittá nostra, [[Italia]] liberata da tutti e' Barbari, e liberato el mondo dalla tirannide di questi scelerati [[preti]]. (da ''serie I'')
*18. È da desiderare piú l'onore e la riputazione che le [[ricchezza|ricchezze]]. (da ''serie I'')
*31. Non combattete mai con la [[religione]], né con le cose che pare che dependono da Dio; perché questo obietto ha troppa forza nella mente degli sciocchi. (da ''serie I'')
*34 [...] La [[felicità|felicitá]] grande consiste in questo: ma maggiore ancora è la gloria in usare tanta fortuna laudabilmente, cioè essere clemente e perdonare; cosa propria degli animi generosi e eccelsi. (da ''serie I'')
*41. Piú tengono a memoria gli uomini le ingiurie che e' benefici; [...] (da ''serie I'')
*44. Ingegnatevi avere degli [[amicizia|amici]], perché sono buoni in tempi, luoghi e casi che tu non penseresti; [...] (da ''serie I'')
*56. Non disegnate in su quello che non avete, né spendete in su' guadagni futuri, perché molte volte non succedono. [...] (da ''serie I'')
*66. Non si può biasimare lo appetito di avere figliuoli, perché è naturale, ma dico bene che è spezie di felicitá el non ne avere; perché eziandio chi gli ha buoni e savi, ha sanza dubio molto piú dispiacere da loro che consolazione. [...] (da ''serie I'')
*76. Quando ti viene la occasione di cosa tu [[desiderio|desideri]], pigliala sanza perdere tempo; perché le cose del mondo si variano tanto spesso che non si può dire d'avere la cosa insino non l'hai in mano. [...] (da ''serie I'')
*79. El medesimo [[Publio Cornelio Tacito|Cornelio Tacito]], a chi bene lo considera, insegna per eccellenzia, come s'ha a governare chi vive sotto e' tiranni. [...] (da ''serie I'')
*90. Credono molti che uno [[saggezza|savio, perché vede tutti e' pericoli, non possa essere animoso; io sono di opinione contraria, che non possa essere savio chi è timido, perché giá manca di giudicio chi stima el pericolo piú che non si debbe90. Credono molti che uno savio]], perché vede tutti e' pericoli, non possa essere animoso; io sono di opinione contraria, che non possa essere savio chi è timido, perché giá manca di giudicio chi stima el pericolo piú che non si debbe. [...] (da ''serie I'')
*91. Erra chi dice che le [[lettura|lettere]] guastano e' cervelli degli uomini, perché è forse vero in chi l'ha debole; ma dove lo truovano buono, lo fanno perfetto; perché el buono naturale congiunto col buono accidentale fa nobilissima composizione. (da ''serie I'')
*114. Le cose passate fanno lume alle future, perché el mondo fu sempre di una medesima sorte; e tutto quello che è e sará, è stato in altro tempo, e le cose medesime ritornano, ma sotto diversi nomi e colori; però ognuno non le ricognosce, ma solo chi è savio, e le osserva e considera diligentemente. (da ''serie I'')
*139. Non ha maggiore inimico l'[[uomo]] che sé medesimo; perché quasi tutti e' mali, pericoli e travagli superflui che ha, non procedono da altro che dalla sua troppa cupiditá. (da ''serie I'')
*156. Le inclinazione e deliberazione de' populi sono tanto fallace, e menate piú spesso dal [[caso]] che dalla ragione, che chi regola el traino del vivere suo non in altro che in sulla speranza d'avere a essere grande col popolo, ha poco giudicio; perché a opporsi è piú ventura che senno. (da ''serie I'')
*175. Tanto piú si cade in quello estremo che tu fuggi, quanto piú per discostartene ti ritiri in verso l'altro estremo, non ti sapendo fermare in sul mezzo; [...] (da ''serie I'')
*1. Quello che dicono le persone spirituali, che chi ha fede conduce cose grandi e, come dice lo Evangelio, chi ha fede può comandare a' monti ecc., procede perché la fede da ostinazione. [[Fede]] non è altro che credere con openione ferma, e quasi certezza le cose che non sono ragionevole, o, se sono ragionevole, crederle con più resoluzione che non persuadono le ragione. Chi adunche ha fede diventa ostinato in quello che crede, e procede al cammino suo intrepido e resoluto, sprezzando le difficultà e pericoli, e mettendosi a soportare ogni estremità: donde nasce che, essendo le cose del mondo sottoposte a mille casi e accidenti, può nascere per molti versi nella lunghezza del tempo aiuto insperato a chi ha preseverato nella ostinazione, la quale essendo causata dalla fede, si dice meritamente: chi ha fede ecc.<ref>Questo paragrafo risulta essere l'Incipit nell'edizione: ''Ricordi'', introduzione di Mario Fubini, premessa al testo e bibliografia di Ettore Barelli, breve glossario ideologico di Carlo Pedretti, Fabbri Editori, 2001.</ref> (da ''serie II'')
 
==''Storia d'Italia''==