Giuseppe Colombo: differenze tra le versioni

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==''Perché la teologia''==
*In [[Gesù|Gesù Cristo]], e quindi nella luce di Dio, l'uomo può riconoscere veramente se stesso, al di là della [[conoscere se stessi|conoscenza di sé]] che gli può fornire la filosofia e che gli forniscono le scienze dell'uomo. Solo Gesù Cristo è la vera «misura» dell'uomo. (p. 27)
*In termini generali, la [[fede]] cristiana riconosce che la vicenda umana ha trovato la sua espressione più luminosa e costruttiva nell'esperienza personale fatta da Gesù Cristo. Per questo il credente, cioè il cristiano, si impegna a condividerla personalmente e a renderne partecipi tutti gli uomini. In questo senso, oggettivo e realistico, la vita degli uomini diventa «memoria» della vita e quindi della persona di Gesù Cristo. (p. 37)
*Propriamente le scritture del [[Nuovo Testamento]] non sono scritti «su» Gesù Cristo, ma, in un certo senso, «in collaborazione con Lui», in quanto si propongono di perpetuarne la «memoria», non solo attraverso il recupero dei suoi «fatti» e dei suoi «detti», ma sopra tutto attraverso l'annuncio del suo «Evangelo», cioè della sua parola, ricevuta e proclamata come la parola stessa di Dio. (pp. 37-38)
*In ultima analisi si può dire che la [[teologia]] è la sponda o l'emergenza critica della fede; critica verso le espressioni stesse della fede, nel senso che le costringe alla coerenza intrinseca; e critica verso la negazione o il rifiuto della fede, nel senso che li contesta esibendo le ragioni logiche e storiche della fede. All'interno della fede, la teologia si presenta così, nella sua dimensione propria, come essenzialmente «critica». (p. 41)
 
==Bibliografia==