Michael Moorcock: differenze tra le versioni

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===''Il veliero dei ghiacci''===
Quando Konrad Arflane si trovò senza una nave da comandare, lasciò la città-crepaccio di Brershill e si avventurò con gli sci attraverso l'immenso pianoro di ghiaccio, con l'intenzione di decidere se doveva vivere o morire.<br/>Per avere la certezza di non abbandonarsi al minimo compromesso, prese con sé una scorta di viveri ed un equipaggiamento estremamente ridotti, calcolando che, se non avesse preso una decisione entro otto giorni, sarebbe morto in ogni caso, di fame e di congelamento.<br/>Secondo la sua convinzione, aveva tutte le ragioni per comportarsi come si stava comportando. Benché avesse soltanto trentacinque anni e fosse uno dei migliori comandanti di tutto il pianoro, aveva ben poche possibilità di ottenere un altro comando, a Brershill, e rifiutava di prendere in considerazione l'eventualità di prestare servizio come primo o secondo ufficiale agli ordini di un altro comandante, anche se fosse stato possibile ottenere quel posto. Soltanto quindici anni prima, Brershill aveva una flotta di più di cinquanta navi. Adesso ne aveva soltanto ventitré. Benché non fosse un uomo incline a pensieri e ad atteggiamenti morbosi, Arflane aveva deciso che esisteva una sola alternativa all'eventualità di accettare un comando per conto di una città straniera: morire.
 
===''Il Campione Eterno''===
Nei fugaci periodi tra veglia e sonno, molti di noi hanno avuto la sensazione di udire voci, frammenti di conversazione, frasi pronunziate in toni non famigliari, alieni.<br/> Talvolta cerchiamo di affinare la mente in modo da poter udire di più, capire meglio: ma di rado il tentativo ha successo.<br/> Queste sensazioni si chiamano allucinazioni ipnagogiche: l'inizio dei sogni che poi vivremo, una volta addormentati.<br/> C'era una donna. Un bimbo. Una città. Un lavoro. E un nome: John Daker. C'era anche un senso di frustrazione, un disperato bisogno di fuga.<br/> Eppure li amavo, so che li amavo.
 
===''I guerrieri d'argento''===
Conosco il dolore e conosco l'amore, e credo di conoscere cosa sia la morte, anche se si dice che io sia immortale. Mi è stato detto che ho un destino, ma non so quale sia, a parte essere perpetuamente mosso dalle onde del caso che mi invia a compiere azioni miserabili.<br/> Un tempo mi chiamano John Daker, e forse ho avuto molti altri nomi. Poi mi chiamai Erekosë, il Campione Eterno, e sterminai la razza umana perché aveva tradito quelli che ritenevo i miei ideali, e perché amavo una donna di un'altra razza: una razza che pareva più nobile della mia, e che era chiamata la razza degli Eldren. La donna aveva nome Ermizhad e non avrebbe mai potuto darmi figli. Dopo aver sterminato la razza umana, la mia felicità fu completa.
 
==Bibliografia==