Ṛgveda Saṃhitā: differenze tra le versioni

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*''La [[Shiva|sua]] voce risuona nello strepito dei tamburi in mezzo alla battaglia.'' (da ''II, 33, 11''; citato in [[Alain Daniélou]], ''Śiva e Dioniso'', Ubaldini Editore, 1980)
*Là dove si insediano le [[gioia|gioie]] e i piaceri, e i passatempi e i favori, dove si realizzano i desideri del [[desiderio]], fa che là io sia un immortale! (da ''IX, 113''; 1999)
*''È quegli che dà il respiro, la forza è il suo dono... | I sommi déi obbediscono ai suoi voleri. | La sua ombra è [[vita]], la sua ombra è morta. | Chi è colui al quale offriremo il nostro sacrificio? || La sua [[potenza]] l'ha reso signore del vivo e rutilante mondo, | ha sottomesso alle sue Legge|leggi gli uomini e gli amimali. | Chi è colui... || Dalla sua forza prendono l'esistenza le montagne, il mare, | e il fiume remoto: | sono questi il suo corpo e le sue braccia. | Chi è colui... || Ha fatto il cielo e la terra, fissandone il luogo, | ma essi lo guardano e tremano. | Il sole levato continua a splendere su di lui. | Chi è colui... || Ha scrutato le Acqua | acque che custodivano il suo potere e generarono il sacrificio. | È il dio di tutti gli dei | Chi è colui... || Non ci colpirà un giorno chi fece la terra, | e il [[cielo]] e il [[mare]] splendente? | Chi è colui al quale offriremo il nostro sacrificio?'' (''X, 121, 2-8''; citato in [[John Steinbeck]], ''Al Dio sconosciuto'', traduzione di Eugenio Montale, Mondadori, Milano, 1954)
*''Mi muovo con i Rudra e anche con i Vasu, | mi muovo con gli Àditya e tutti gli Dei. | Sostengo sia [[Mitra]] che Varuna, | lndra e Agni e i due Asvin. || Sostengo Soma l'esuberante; | sostengo Tvastar, Pusan e Bhaga. | Riverso ricchezza su colui che offre l'oblazione, | l'adoratore e il pio spremitore di Soma. || Io sono la [[Grande Madre|Regina]] che governa, colei che accumula tesori, | piena di saggezza, la prima di coloro che sono degni di adorazione. | In diversi luoghi le energie divine mi hanno posta. | Io entro in molte case e assumo numerose forme. || L'uomo che vede, che respira, che sente parole pronunciate, | ottiene il proprio nutrimento solo attraverso me. | Pur non riconoscendomi, egli dimora in me. | Ascolta, tu che conosci! Ciò che io dico è degno di fede. || Proprio io annuncio e pronuncio le notizie | che gli Dei e gli uomini ugualmente amano udire. | L'uomo che amo faccio crescere in forza. | Io ne faccio un sacerdote, un saggio oppure un colto veggente. || Proprio io traccio il potente arco del Dio, | possa una freccia trapassare chi odia la Sacra Parola. | Tra le genti io eccito la lotta | e ho permeato Terra e Cielo. || Alla sommità del mondo io genero il Padre. | La mia origine è nelle Acque, nell'oceano. | Di là io mi estendo attraverso tutti i mondi esistenti | e perfino tocco il cielo con la mia fronte. || Io espiro potentemente come il vento stringendo | a me tutti i mondi, tutte le cose che esistono. | Torreggio sopra la terra, sopra i cieli, | tanto potente io sono nella mia forza e nel mio splendore!'' (''X, 125, 1-8''; 2001)
*In quel tempo non vi era l'[[essere]], non vi era il non-essere. Non vi era lo [[spazio]] né, al di là, il firmamento. Qual era il contenuto? Dov'era? Sotto la custodia di chi? Che era l'acqua profonda, l'acqua senza fondo?<br />In quel tempo non v'era la [[morte]] né la non-morte, nessun segno che distinguesse la notte dal giorno. L'[[Monismo|Uno]] respirava sereno, autosufficiente, senza null'altro che esistesse.<br />In origine fu tenebra nascosta nella tenebra, tutto ciò che si vedeva era l'onda indistinta. Avvolto nel [[caos]], il Divenente, l'Uno, pulsava per suo stesso fervore.<br />Per primo si sviluppò il Desiderio, che fu il primo germe del [[pensare|Pensiero]]. Cercando con riflessione nelle loro anime, i Saggi trovarono nel non-essere il legame dell'essere. Il balenare che illuminò il buio abissale e il caos fu in alto? Fu in basso? Chi potrà dirlo mai? (da ''X, 129''; 1999)