Gore Vidal: differenze tra le versioni

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'''Gore Vidal''', pseudonimo di '''Eugene Luther Vidal''' (1925 – vivente), scrittore, sceneggiatore e saggista statunitense.
 
==Citazioni di Gore Vidal==
*Non esistono gli [[omosessualità|omosessuali]]; esistono atti omosessuali. (da ''Pink Triangle and Yellow Star''; citato in Luca Fontana, ''Come il sodomita diventò gay'', in ''Il secolo gay'', ''Diario del mese'', gennaio 2006, p. 12)
*Se una cosa non mi piace lo dico a mia madre. Può interessare al massimo a lei. (dal programma televisivo ''Che tempo che fa'', puntata del 7 gennaio 2007)
*Uno [[scrittore]] non si contenta di avere successo. Per essere realmente in pace con se stesso ha bisogno dell'insuccesso altrui. (citato in ''Corriere della sera'', 5 novembre 2009)
 
===Senza fonte===
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*Oggi non avere [[talento]] non basta più.
*Oggi tutto è [[cinema]]: l'unica cosa che praticamente cambia è dove e come lo si vede.
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*Il [[sesso]] è. Non ci si può fare niente. Il sesso non costruisce strade, non scrive romanzi e di certo non dà significato a nulla nella vita, se non a se stesso.
*«Dopo che è morta, l'ho amata.» È la storia di ogni vita, e di ogni morte.
 
==''La statua di sale''==
===Citazioni===
*Là potevano fare pettegolezzi, amoreggiare per finta ed evitare la [[noia]], se non la [[disperazione]]. (p. 62)
*L'idea stessa di essere innamorato di un uomo gli pareva ridicola e innaturale; al massimo un uomo poteva trovare il suo gemello, come Bob, ma era una cosa rara e del tutto diversa. (p. 72)
*Uno dei ragazzi fece una battuta con la parola ''pace'', e il professore rise forte quanto loro, come se fosse contento di essere il loro zimbello. Jim fu triste nel vedere che recitava la parte del buffone. Era importante rimanere se stessi. Anche se non poteva ammettere di essere come era, rifiutava di far finta di essere come tutti gli altri. Lo feriva vedere un altro uomo sacrificare il suo orgoglio, in particolare quando non era necessario. (p. 119)
*Al di fuori del lavoro, vedeva pochissimo i suoi soci. Erano entrambi padri di famiglia e non avevano interesse nel mondo esterno. Nemmeno lui ne aveva quando lavorava. Non vedeva nessuno. (p. 157)
*Durante tutto l'inverno, Jim frequentò molto la cerchia di Rolloson. Le regine lo disgustavano, ma non aveva altri amici. Gli incontri futivi con i giovani sposati portavano raramente a qualcosa. (p. 165)
*Era infastidito dalle sue bugie necessarie. Come desiderava dire a tutti esattamente quello che era! A un tratto si domandò cosa sarebbe successo se ogni uomo come lui fosse stato naturale e onesto. La vita sarebbe stata senz'altro migliore in un mondo dove il [[sesso]] venisse considerato come quelcosa di naturale e non spaventoso, e gli uomini potessero amare gli uomini naturalmente, secondo la loro inclinazione, proprio con la stessa naturalezza con cui amavano le donne. Ma anche mentre era seduto a tavola, meditando sulla libertà, sapeva che era pericoloso essere un uomo onesto; e alla fine gli mancò il coraggio. (p. 190)
 
===Explicit===
I contorni degli edifici divennero nitidi e chiari. Sapeva esattamente dov'era e chi era e che non c'era più nulla da fare se non continuare, come se nulla fosse successo. Ma anche mentre formulava questo proposito, gli tornò alla mente la luce del fuoco e sentì ancora il rombo del fiume. Nessuna visione si esauriva se non in qualcosa di vivido e nuovo, e non c'era nulla di nuovo per lui. L'amante e il fratello erano scomparsi, sostituiti da un ricordo di carne illividita, lenzuola aggrovigliate, violenza. Provando panico, pensò alla fuga. Sarebbe tornato in mare. Avrebbe cambiato il suo nome, i suoi ricordi, la sua vita. Andò verso ovest in direzione del porto. Sì, si sarebbe imbarcato di nuovo e avebbe conosciuto altra gente. Ricominciato.<!--questo primo capoverso si potrebbe anche togliere--><br>
Poi, all'improvisso, fu sul molo, intorno a lui le navi silenziose. L'aria era fresca. Il mattino era vicino. Ai suoi piedi l'acqua si sollevava e si abbassava lentamente, gentilmente, come il respiro di un mostro enorme. Una volta di più fu sulla riva di un fiume, finalmene conscio che lo scopo dei fiumi è di sfociare nel mare. Niene cambia. Eppure nulla di ciò che è, potrà mai essere ciò che è stato. Rapito, guardò l'acqua frangersi fredda e scura contro l'isola di pietra. Presto sarebbe andato via.
 
==''Myra Breckinridge''==
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==Bibliografia==
*Gore Vidal, ''La statua di sale'' (''The City and the Pillar'', 1948-1965), traduzione di Alessandra Osti, Fazi Editore, 1998. ISBN 8881120909
*Gore Vidal, ''Myra Breckinridge'', traduzione di Vincenzo Mantovani, Garzanti, 1973.