Jean Campbell Cooper: differenze tra le versioni

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*L'induismo, al pari del taoismo, pone l'accento sulla comprensione, più che sull'azione, e in questo modo l'ignoranza diventa il contrario del bene e dunque l'unico, vero peccato. Il trionfo dell'ignoranza è la cosiddetta ''avidya'' e sia il taoismo che l'induismo e il buddhismo insegnano che questa stessa ignoranza è il principio di ogni affanno. La conoscenza di sé, definita ''moksha'', è il sentiero che conduce all'emancipazione e alla realizzazione della liberazione dalle illusioni del mondo sensoriale. La dottrina della ''maya'', dell'illusione, non implica di per sé la totale irrealtà di questo mondo, il quale, piuttosto, è simile a un gioco d'ombre, a un riflesso. (pp. 88-89)
*Il Dio dell'''Advaita-Vedanta'' è la causa efficiente dell'Universo; è dal [[Brahman]] che si emana il cosmo intero, e nella manifestazione 'Quello' viene chiamato [[Isa Upanishad|Ishvara]], o con un qualsiasi altro nome divino. (p. 91)
*L'induismo è correttamente e naturalmente politeistico nell'ambito del mondo manifesto, ma monoteista nella dottrina dell'[[Monismo|Uno]], del Brahman. L'apparente politeismo è, in effetti, una pluralità unificata, o anche l'azione dell'Uno nella molteplicità. (p. 91)
 
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