Franco Cardini: differenze tra le versioni

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+Giovanna d'Arco, da http://books.google.it/books?id=jzZe5oQsUVMC&pg=PA392
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*So che il mio, in questa sede e in questo contesto, è un difficile compito. Cattolico, tradizionalista, uomo d'ordine e di forte senso dello stato, potrei forse ancora dirmi "di destra". Da anni non mi considero né mi autoqualifico più in tal modo: ma vedo che così continuano ad etichettarmi, confesso che la cosa mi secca un po', tuttavia lascio correre. Ma la mia tensione verso la giustizia sociale e il mio convinto europeismo m'impediscono di provar la minima simpatia per una destra che ormai ha scelto quasi all'unanimità il liberismo e l'atlantismo più sfrenati e che sovente ostenta anche un filocattolicesimo peloso, strumentale, palesando di ritener la Chiesa cattolica solo un baluardo dell'ordine costituito (l'"ordine" di lorsignori) e del benpensantismo conformista. (da ''[http://www.francocardini.net/Appunti/13.07.2007.htm In difesa del Motu Proprio]'', ''www.francocardini.net'', 13 luglio 2007)
 
==''Giovanna d'Arco. La vergine guerriera''==
*Debbo forse a [[Giovanna d'Arco|Giovanna]], prima e più che chiunque altro, il mio amore per il medioevo.
*Perché Giovanna? Perché questa ragazza nel XV secolo, vestita di ferro e morta sul rogo per un decreto inquisitoriale, quindi riabilitata con una successiva sentenza, poi sanctificata [...], in seguito diventata emblema ora di cattolici tradizionalisti ora di populisti anticlericali, ora della destra ora della sinistra, ora di meetings patriottici ora di movimenti femministi? Ha un senso riproporre nello scorcio fra II e III millennio questa giovane nata ai confini della Francia e innalzata a simbolo centrale della nazione francese [...]? (p. 3)
*La mia Giovanna è quella d'un ragazzo che amava i cinema parocchiali e quella di periferia – gli unici che si potesse permettere – tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta. Per questo avrà per sempre il volto di [[Ingrid Bergman]], scoperta un po' dopo il '52 nel colossal in technicolor di [[Victor Fleming|Fleming]] – ammirato peraltro in una tagliuzzata terza versione – e rivista poi, in tutt'altra interpretazione e con ben altra intensità, nel film di [[Roberto Rossellini]] del 1954 che, attraverso il testo di [[Paul Claudel]], reinterpretava le allegorie delle sacre rappresentazioni medievali. (p. 4)
*Ma, esattamente tra Fleming e Rossellini, avevo scoperto la Francia [...] durante una gita scolastica del 1953 [...]. E quella giovane patinata d'oro, alta sul grande cavallo del monumento in Place des Pyramides, m'affascinava; così come mi commovevano le immagini riprese tutte o quasi dal celere quadro d'Ingres e replicate in mille modi [...] in tutte le chiese di Francia. (p. 4)
*La Pulzella d'Orléans [...] continua a custodire gelosamente per sé il suo pulzelaggio, il nucleo intimo e profondo della sua vocazione. Mi resta profondo il dubbio di non averla compresa: ma il correre dietro, ripercorrendo vecchie pagine scritte e vecchi cammini tra i Vosgi e la Normandia, m'ha forse aiutato a ritrovare una parte di me stesso che credevo perduta o svanita. Anche di ciò debbo esserle riconoscente. (p. 6)
 
==Bibliografia==
*Franco Cardini, ''Giovanna d'Arco. La vergine guerriera'', Mondadori, Milano, 1998, pp. 288. ISBN 8804432551
 
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