Paul-Louis Courier: differenze tra le versioni

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* Il giorno venticinque di marzo, proprio a mezzaquaresima, ad un'ora dal mattino, che tutti dormivano, quaranta birri entrano in città venendo dalla locanda, dove prima s'erano fermati per pigliar il loro partito, ordinar tutto, e intendersi del loro bisogno; ed in sull'albeggiare si sparpagliarono per le case. Luynes, Signori miei, appena è la metà del palazzo reale, e non ci volea di molto per invaderlo. (p. 15)
* Dopo una lunga scena di tumulto e di strida, dieci solo furono acciuffati. Condussero via que' poverini; e i loro parenti e i figlioli li avrebbero accompagnati, se l'''autorità'' l'avesse conceduto. (pp. 15-16)
* Tutti que' poverini catturati, come v'ho narrato, furono condotti a Tours, e lì chiusi in carcere. Poi, dopo alquanti giorni, si disse a loro ch'erano riguardati come bonapartisti; ma non si volle condannarli per questo, né tampoco processarli. Furono invece rimandati altrove con buona ragione; giacché vo' che sappiate, signori, che tra gli accusatori e i giudici, che dovevano condannarli come bonapartisti, que' poverini erano i solosoli che né avevano prestato giuramento di fedeltà a [[Napoleone Bonaparte|Bonaparte]], né uccellato ai suoi favori, né fatto professione di devozione alla sacra persona di lui. (p. 17)
* Ecco chi sono quelli che ci accusano di essere bonapartisti. Per me io non incolpo né denunzio chicchessia, perché non aspiro a ufizj e non odio nessuno; sostengo però, che non c'è ragione onde s'abbia a catturare così dieci persone a Luynes o centomila a [[Parigi]], che poi è lo stesso. Tra gli abitanti di Luynes non si troverebbero, a ricercarli, dieci ladri conosciuti o dieci omicidi; e mi sembra così vero, che m'è più presto creduto che detto: dunque saranno dieci nemici del re, dieci uomini pericolosi per lo Stato quelli a cui si toglie la libertà. Sí, Signori, a cento leghe da Parigi, in una borgata fuor di mano, sconosciuta, che neppur è luogo di passaggio, a cui si arriva per mezzo di strade difficilissime, a Luynes ci ha dieci cospiratori, dieci nemici dello Stato e del re, dieci uomini da metter sotto chiave; e tutto ciò con la massima diligenza. (p. 18)
* Signori, io non vi darò la noja di narrarvi tutti gli ammennicoli dell'inquisizione che dura ancora, e di cui appena so qualche bagatella: mi restringo a dire soltanto, che di quei primi dieci incarcerati, due furono condannati alla ''deportazione'' (giacché bisogna che l'autorità non abbia mai torto), due sono ancora in carcere, e sei furono rimandati alle case loro, ridotti i piú alla mendicità, infermi e affatto incapaci di rimettersi ai lavori. (p. 19)