Paolo Flores d'Arcais: differenze tra le versioni
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*A chi appartiene la tua vita? A Dio, risponderà qualcuno, ma è una risposta che non può avere forza di legge: può governare le scelte del credente, non del cittadino scettico e dell'ateo. E a quale Dio, del resto? Il Dio cristiano dei valdesi, in determinate circostanze, ammette l'[[eutanasia]]. A parlare in nome di un Dio è sempre un uomo, infatti. Dunque, la tua vita appartiene a te, oppure a un altro uomo. Ma in questo caso sarebbe schiavitù. Poiché la tua vita appartiene a te, solo a te spetta decidere quando e come porvi fine. È un diritto personale inalienabile, che fonda ogni altro diritto e senza il quale ogni altro diritto può essere revocato in dubbio. (citato in ''Quel peccato è un nostro diritto'', a cura di Nicola Nosengo, Cinzia Sciuto, Tiziana Moriconi e Roberta Pizzolante, ''L'espresso'', n. 39, anno LII, 5 ottobre 2006)
*Il [[Gesù]] di cui parla [[Joseph Ratzinger]] nel suo libro appena uscito (Gesù di Nazaret – Dall'ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione, che segue il primo volume pubblicato nel 2007) non è invece Gesù, bensì il Cristo dogmatizzato dai Concili di Nicea (325) e Calcedonia (451), dominati e decisi dagli imperatori di Roma, che con il Gesù della storia nulla ha a che fare e anzi contraddice e nega sotto ogni aspetto essenziale. [...] Spiace dirlo, ma per tener fede alla spericolata pretesa di dimostrare la continuità tra Gesù di Galilea e il Cristo di Nicea, il professor Joseph Ratzinger è costretto a prodursi in quelle che sotto il profilo storico sono vere e proprie falsità, talvolta incredibilmente smaccate. Dato il poco spazio potrò esaminarne solo un paio. (da ''[http://
*Le aspre divisioni che ancora sussistono tra chi vede Gesù come uno
*La diseguaglianza, il conformismo, la paura, sono i vettori socio-psicologici attraverso cui il potere degli establishment nega nella vita quotidiana l'effettiva autonomia di ciascuno, solennemente sbandierata e analiticamente ricamata negli articoli delle Costituzioni democratiche.<ref>Da ''Rivolta o ideologia'', in ''Un'onda vi seppellirà'', supplemento a ''MicroMega'' n. 6/2008 (ISSN 97703497371038004), p. 3.</ref>
* Se la filosofia è, in obbedienza alla sua etimologia, amore per la sapienza, passione per il sapere accertabile, dunque critica di ogni superstizione, di ogni pensiero magico, di ogni ''religio'' semplicemente tramandata, insomma attività di dis-incantamento, allora l'[[ateismo]] dovrebbe essere, già da molto tempo, l'orizzonte "normale" e addirittura ovvio della filosofia. (da ''Atei o credenti?'', con [[Michel Onfray]] e [[Gianni Vattimo]], Fazi Editore, Roma, 2007, p. 3)
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