Raniero Cantalamessa: differenze tra le versioni

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*Quando una persona [[bestemmia]] somiglia a uno che è trattenuto per mano sopra un precipizio e che fa di tutto per colpire e graffiare negli occhi colui che lo trattiene, senza pensare che se lasciasse un istante la presa, egli precipiterebbe nel vuoto. [...] dico semplicemente a chi ha bestemmiato, se le circostanze lo permettono: «Perché bestemmi! Dio è forse l'unica persona al mondo che ti vuole veramente bene».
*Quanto ai fidanzati, lo sforzo comune nella [[purezza]] permette di crescere in quell'[[amore]], fatto di rispetto reciproco e di capacità di attendere, che un giorno sarà il solo a poter garantire la riuscita del loro [[matrimonio]]. Permette di apprezzare gesti semplici come una stretta di mano, uno sguardo, un bacio, gesti che agli altri possono sembrare banali, ma che acquistano invece, in questo caso, un valore grandissimo.<br>Agli sposati la purezza, che si chiama ora fedeltà, permette di guardarsi negli occhi ogni sera, senza dover mentire, di guardare senza rimorsi i propri figli; permette di avere il cuore in famiglia e non altrove. Evita di finire in quella doppia vita di falsità a cui quasi sempre condannano l'adulterio e il tradimento.<br>Alle persone consacrate, [[preti|sacerdoti]] e suore, la purezza permette di essere fratelli e sorelle di tutti senza voler possedere nessuno in esclusiva per noi stessi. Permette di essere messi a parte di ogni segreto e di accostarci a ogni miseria, senza rimanere personalmente invischiati; permette, come diceva il grande [[Lacordaire]], di avere «un cuore di acciaio per la castità e un cuore di carne per la carità».<br>A tutti infine, giovani, sposati e consacrati, la purezza assicura la cosa più preziosa che c'è al mondo: la possibilità di accostarsi a Dio. «Beati i puri di cuore, ''perché vedranno Dio''». Non lo vedranno solo un giorno, dopo la morte, ma già ora. Lo vedranno nella bellezza del creato, di un volto, di un'opera d'arte; lo vedranno nel loro stesso cuore.
*Ricordo che una volta, meditando sulla [[Passione di Gesù|Passione]], mi si formò nella mente con grande chiarezza, quasi a mia insaputa, un pensiero: «I crocifissori di Cristo si sono salvati!». Mi misi a riflettere cosa potesse significare un pensiero così strano e giunsi alla conclusione che era vero. I crocifissori di Cristo si sono salvati perché [[Gesù]] ha pregato per loro. Proprio mentre lo inchiodavano alla croce, egli disse: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (''Luca'' 23, 34). Possiamo pensare che il Padre, che in vita aveva ascoltato «sempre» le preghiere di Gesù, abbia lasciato cadere nel vuoto proprio questa suprema preghiera, fatta con tanta determinazione? Certo, rimane, anche in questo caso, la libertà dell'uomo di accogliere o meno la misericordia. Di nessuno, tuttavia, possiamo essere certi che è andato perduto, neppure di Giuda. Sì, i crocifissori di Cristo sono in paradiso; lì proclamano in eterno fin dove si è spinta la [[misericordia]] di Dio per gli uomini.
*Riflettere sul mistero della [[Trinità]] è come andare alla scoperta delle nostre radici più profonde, perché noi veniamo dalla Trinità e siamo in cammino verso di essa [...] Se [[Dio]] è amore (e questo è ciò che afferma il cristianesimo) allora non può essere un Dio solitario, perché l'amore non esiste se non tra due o più persone. Se Dio è amore, ci deve essere, in lui, uno che ama, uno che è amato e l'amore che li unisce. I cristiani sono anch'essi monoteisti; credono in un Dio ''unico'', anche se non ''solitario''. L'unità di Dio, secondo la nostra fede, somiglia più all'unità della famiglia che a quella dell'individuo.
*Veramente, [[Amor di Dio|amare Dio]], più che un comandamento, è un privilegio, una concessione. Se un giorno lo scoprissimo, non cesseremmo di ringraziare Dio per il fatto che ci comanda di amarlo e non vorremmo far altro che coltivare questo amore. Esso è l'unico amore che non delude mai, che è in grado di soddisfare appieno il bisogno infinito d'amore che c'è nel cuore umano. L'esperienza mi ha convinto che la causa più universale di sofferenza nel mondo non è la malattia, o altre cose del genere, ma la mancanza di amore [...] Imparare ad amare Dio — e, con lui, il prossimo — significa aver trovato finalmente il luogo del proprio riposo, la fonte stessa della [[felicità]].