Paul-Louis Courier: differenze tra le versioni

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* Signore,<br/>La stampa è quella che manda il mondo a precipizio. La lettera stampata è causa che si assassini la gente fin dalla creazione; e [[Caino]], certamente leggeva i giornali del paradiso terrestre. Non bisogna dubitarne punto; i ministri lo dicono: e i ministri non dicono bugie, sopratutto dalla bigoncia. (p. 31)
* Tanto, non ci è piú che un modo di governare; soprattutto dopo che un altro emissario dell'inferno se n'è venuto con quest'altro ritrovato, di distribuire ogni mattina a venti o trentamila associati un foglio dove si legge tutto quello che gli uomini dicono e pensano e i disegni dei governanti, e i timori de' governati. Se tale abuso continuasse che cosa potrebbesi piú fare in corte che non fosse poi riveduto, considerato, vagliato, criticato, giudicato? Il pubblico s'impaccerebbe di tutto, vorrebbe ficcare in tutto le sue zampe, rivedere i conti di depositeria, tener gli occhi aperti sull'alta polizia, e burlarsi della diplomazia. All'ultimo, la nazione farebbe camminare innanzi il governo, a mo' di cocchiere pagato per condurci non già dove e com'egli vuole, ma dove noi si ha voglia di andare, e per la strada che meglio ci accomoda: cosa orribile a solo pensarla, contraria al dritto divino ed alle capitolari (pp. 33-34)
 
===Semplice discorso di Paolo Luigi Courier===
<center>''Vignajolo della Chavonnière,''<br/>''ai membri del Consiglio della Comune di Véretz, nel Compartimento d'Indre e Loire, a proposito d'una sottoscrizione consigliata da S.E. il Ministro degli Interni per la compra di Chambord''<br/>(1821)</center>
 
* Se noi avessimo quattrini da sprecare, i nostri debiti pagati, rabberciate le nostre strade, soccorsi i nostri poverelli, e prima la nostra chiesa (ché [[Dio]] anzi tutto) ammattonata, ricoperta e invetriata; se avanzasse, dico, una somma da potersi spendere fuori da questo comune, sarei d'avviso, amici miei, che s'avesse a contribuire co' nostri vicini a rifare il ponte a Sant'Avertino; perché, scorciandoci di una buona lega il trasporto delle nostre derrate al mercato di Tours, ne agevolerebbe il baratto, e crescerebbe il prezzo e il frutto delle nostre terre qua intorno: questo io credo che saria il miglior uso da fare del nostro soperchio, quando ne avanzerà. Ma comprare Chambord pel duca di Bordeaux la non me entra; né m'entrerebbe, quando pure avessimo di che pagarlo; parendo a me il negozio cattivo per lui, cattivo per noi, cattivo per Chambord. Spero ve ne persuaderete, se mi starete attenti: gli è giorno di festa, e c'è tempo per ciarlare. (p. 43)
* Ciò che gli accomoda per regnare, non sono mica castelli; e l'amor nostro, senza di cui non è corona che non pesi: ecco qua di che ha bisogno; e se piglia quelli, non può aver quest'altro. (p. 44)
* La virtú pare che abbia i suoi confini; e la maggiore altezza, aggiunta da pochi, mostra una certa misura. Per esempio [[Catone]] e [[George Washington|Washington]] ci ha fatto vedere fin dove può arrivare il piú bello e nobile di tutti i sentimenti, l'amor di patria e di libertà: piú innanzi non si può andare. Ma l'ultimo gradino della viltà chi lo conosce? Oh! non mi venite a parlare di coloro i quali propongono di comperar castelli pei principi, di aggiungere una nuova guardia alla vecchia, giacché si può scendere anche piú giú; ed essi stessi domani avranno in pronto un trovato nuovo da disgradarne quegli altri. (p. 54)
* Imperciocché, figuratevi in corte... Qui non ci ha né donne né fanciulli; e possiamo dirle. Statemi a sentire: la corte è un luogo onesto, se volete; ma pure... è un luogo singolare. Della corte d'oggi io ne so poco, so però (e chi nol sa?) quella di [[Luigi XIV]], la corte per eccellenza, il modello di tutte, di cui ci ha tante cronache, che se ne sa oggi i fatti come accaddero allora, giorno per giorno. C'è da andare in visibilio a sapere, a mo' d'esempio, come s'usava colle donne... non so se mi spiego. Si pigliavano, si lasciavano, o, se tornava, ci si acconciava alla meglio. Le donne però non erano di tutti, così in confuso, ciascuno la sua, e poi... anche la moglie. (pp. 54-55)
* Insomma, siccome per noi altri poveri diavoli non c'è, non ci fu, né ci sarà che una sola via di far fortuna, il lavoro; così pe' nobili ce n'è una sola, ed è... diciamolo pure, poiché bisogna chiamarla col suo nome, la prostituzione. È vero che anche la gente del volgo si ajuta di essa qualche volta, quando mette il piede in corte; ma, a parlar chiaro, non le frutta molto. (pp. 56-57)
* Oh che pietà, che disgrazia! O voi legislatori scelti dai prefetti, prevenite tanta sciagura, fate leggi, impedite che il mondo non muoja! Togliete, perdio, le terre ai coltivatori e la fatica all'artigiano per mezzo di buoni privilegj, di buone corporazioni: presto, se no l'industria campestre e domestica usurperà ogni cosa, caccerà da per tutto l'antica e nobile barbarie. Sentite? D'ogni parte esclamano: perché tardate? chi vi trattiene? Il popolo? la patria? l'onore? Suvvia! non vedete lì impieghi, danari, commende e il barone di Frimont? (p. 61)
 
==Citazioni su Courier==