Georges Bataille: differenze tra le versioni

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==''La letteratura e il male''==
===[[Incipit]]===
La generazione a cui appartengo è una generazione tumultuosa.<br />Essa si è aperta alla vita letteraria in mezzo agli sconvolgimenti del surrealismo. Gli anni che seguirono alla prima guerra mondiale furono caratterizzati da una emozionalità traboccante. La [[letteratura]] soffocava, dentro i suoi limiti: pareva portare in sé una rivoluzione.
 
===Citazioni===
*[[William Blake|Blake]], che non fu un pazzo, restò alla frontiera della [[pazzia]].<br />Tutta la sua vita ha avuto un solo significato: egli ha dato alle visioni del suo genio poetico la precedenza sulla realtà prosaica del mondo esteriore. (p. 72)
*L'insegnamento di Blake si fonda anzi sul valore in sé – esteriore all'io – della poesia. [...] Questa identità tra l'uomo e la poesia non ha soltanto il potere di opporre la [[morale]] alla [[religione]] e di fare della religione l'opera dell'uomo (non di Dio, non della trascendenza della ragione), essa restituisce alla poesia il mondo in cui ci muoviamo. (p. 76-77)
*Blake non fu un filosofo a nessun titolo, ma ha dichiarato ciò che è essenziale con un vigore e anzi con una precisione che la filosofia può invidiargli. (p. 83)
*L'essenza delle sue opere [di De Sade] è la distruzione: non solamente la distruzione degli oggetti, delle vittime messe in scena [...] ma anche dell'autore e della sua stessa opera. (p. 100)
*È vero che i suoi libri differiscono da ciò che abitualmente è considerato letteratura come una distesa di rocce deserte, priva di sorprese, incolore, differisce dagli ameni paesaggi, dai ruscelli, dai laghi e dai campi di cui ci dilettiamo. Ma quando potremo dire di essere riusciti a misurare tutta la grandezza di quella distesa rocciosa? [...] La mostruosità dell'opera di [[Donatien Alphonse François de Sade|Sade]] annoia, ma questa noia stessa ne è il senso. (pp. 106-107)
*[[Marcel Proust|Proust]], facendoci conoscere la sua esperienza della vita erotica, ci ha offerto un aspetto intellegibile di un tale avvincente gioco di opposizioni. [...] Sembra che si possa cogliere il [[male]], ma solo nella misura in cui il [[bene]] può esserne la chiave. Se l'intensità luminosa del Bene non concedesse la sua tenebra alla notte del Male, il male non avrebbe più la sua attrattiva. È una verità difficile: colui che la intende sente rivoltarsi qualcosa in sé. Sappiamo tuttavia che gli oltraggi più forti alla sensibilità provengono da contrasti [...] La felicità senza la sventura che si lega ad essa come l'ombra alla luce sarebbe oggetto di una immediata indifferenza. Questo è tanto vero, che i romanzi descrivono senza posa la sofferenza e quasi mai la soddisfazione. Insomma, il pregio della [[felicità]] consiste nel non essere frequente: se fosse facile, verrebbe sdegnata, e associata alla noia [...] la verità non sarebbe quella che è, se non si ponesse generosamente contro il falso. (pp. 127-131)
 
==''L'erotismo''==