Cirillo di Alessandria: differenze tra le versioni

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==Citazioni su Cirillo di Alessandria==
*''Accanto stava della [[Ipazia|vergin pia]] | Il sacerdote; su la nuda terra | Prostrato il vecchio tal favella apria: || Lascia la salma che ti veste e serra, | Spirito fortunato e desïoso, | De' sensi rei finì per te la guerra; || Ti chiama a lui dinanzi un Dio pietoso; | Dio t'ha redenta; o misera, o felice, | Giudicheratti, punitore, o sposo: || Quel Dio t'accolga all'ombra eternatrice | Dei divi tabernacoli del cielo,| U' la vera scïenza è vincitrice. || Languida rosa sul reciso stelo, | Nel sangue immersa la vergin giacea, | Avvolta a mezzo nel suo bianco velo: || Soavissimamente sorridea, | Condonatrice dell'altrui delitto, | Mentre 'l gran segno redentor stringea.'' ([[Diodata Roero Saluzzo]])
*Cirillo, della scuola alessandrina, rifacendosi a Nicea e a [[Atanasio di Alessandria|sant'Atanasio]], ammetteva in [[Cristo]] l'integrità delle due nature – umana e divina – ma le teneva unite in un'unica persona, quella del Verbo. [[Gesù]], dunque, è vero [[Dio]] e vero uomo, ma è una sola persona, è Dio fatto uomo. Per questo chi l'ha generato nella sua umanità, può chiamarsi giustamente madre di Dio. ([[Enrico Pepe]])
*Cirillo durante la sua vita ne combinò di tutti i colori. Con l'''humour'' tipico degli inglesi, il [[John Henry Newman|Newman]] scrisse che il vescovo alessandrino «non sarebbe d'accordo che la sua santità fosse giudicata in base alle sue azioni». Eppure è stato riconosciuto santo prima dal suo popolo e poi da tutta la chiesa, fino a guadagnarsi anche in Occidente il titolo di padre e dottore. ([[Enrico Pepe]])