Raffaele Mastriani: differenze tra le versioni

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L'antichità di [[Napoli]] si è del tutto smarrita nella oscurità de' secoli trascorsi.<br />Le prime memotie s'incontrano in Licofrone come scorgesi da' seguenti versi ricavati dalla versione del Potter.<br />''Treis autem occidit Tethyis neptes virgines | Canorae matris cantus exprimenieis | Spontaneis jactibus ex acta specula | In undam Tyrrhenam pennis urinanteis | Quo canificum trahat acerbum stamen, | Unam guidem Phaleri arx erpulsam |Glanisque terram humectans excipiet: | Ubi templum incolae extruentes puellae, | Libaminibus Partenopem et victimis borum | Quotannis honorabunt volucrem Deam''.<br />Dicesi che quel Palero rammentato dal Poeta fu uno degli Argonauti compagni di Giasone. Di questo Falero fanno menzione [[Apollonio Rodio]], [[Gaio Valerio Flacco|Valerio Flacco]], [[Pausania il Periegeta|Pausania]], [[Esiodo]]. Aggiungesi esser Falero stato adorato in Napoli come Dio patrio, sotto nome di Eumelio, ed ebbe in suo onore una fratria detta Eumelide.
===Citazioni===
*[[Napoli]] col suo cratere, collocolle suosue isoloisole, col suo [[Vesuvio]], colle sue montagne offre vedute cosi vaghe, così amene, così varie che l'anima ne resta rapita ed incantata. (p. 70)
*La principal veduta è di mirar [[Napoli]] in alto mare, donde l'intiera città si presenta come un immenso anfiteatro. La seconda e di guardarla da S. Martino, dove si vede sotto gli occhi minutamente quasi tutta la città ed il delizioso contorno del golfo. La terza è di veder Napoli dalla Specola Reale o dal palazzo della Riccia: questo luogo per la estensione della sua veduta è detta con nome Spagnuolo Miradolos. La quarta è di contemplarla da' reali giardini di [[Portici]], e più dalla villa del Duca di Gravina e lì è ad essa superiore. La quinta è di osservarla dalla Madonna del Pianto. (p. 70)
*La veduta della Capitale {{NDR|[[Napoli]]}} è sorprendente dalla cima del [[Vesuvio]] in un bel mattino di primavera: e bellissima dal terrazzo di Belvedere e dal palazzo Patrizj al Vomero, è vaga dai punti più elevali dell'Arenella, è incantevole quella parte che se ne scorge dalla strada nuova di Posillipo, al tramonto del sole. (p. 70)