Roger Caillois: differenze tra le versioni

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'''Roger Caillois''' (1913 – 1978), scrittore, sociologo, saggista, poeta e critico letterario francese.
==Citazioni di Roger Caillois==
*Questa conferenza{{NDR|''Le concezioni Hegeliane'' tenuta da Kojève il 4/12/1937 al [[Collège de Sociologie]]}} ci sconvolse, non solo per il vigore intellettuale di [[Kojève]], ma per le sue stesse conclusioni. Lei{{NDR|[[Lapouge]]}} ricorderà che [[Hegel]] parla dell'uomo a cavallo che segna la [[fine della storia]] e della [[filosofia]]. Per Hegel, quell'uomo era [[Napoleone]]. Ebbene! Kojeve ci svelò quel giorno che Hegel, pur avendo avuto una giusta intuizione, si era sbagliato di un secolo: l'uomo della fine della storia non era Napoleone, ma [[Stalin]]».(da ''Le concezioni Hegeliane'' in ''Il Collegio di Sociologia. 1937-1939'', pag.107)
*Le pagine di [[Lévy-Bruhl]] sulla funzione dello [[sciamano]] nelle società prive di capo sono di estrema importanza. Si tratta peraltro di una questione fondamentale, per la quale c'è da rammaricarsi che la letteratura di prima mano quasi esclusivamente in russo, sia così poco accessibile. Ma quei pochi privilegiati che hanno avuto modo di ascoltare le relazioni di [[A. Lewitzky]] sanno come me quale straordinario interesse presenti il problema. Sarebbe auspicabile che Lévy-Bruhl non si fosse limitato a trattarlo sommariamente. (da ''Lo sciamanismo'' in ''Il Collegio di Sociologia. 1937-1939'', pag. 327)
*Lewitzky ha pronunciato due conferenze sullo sciamanismo. La questione mi appassionava perché nello schema che aveva adottato(quello di Mauss) vi era antinomia totale tra la [[magia]] e [[religione]]. A quell'epoca ero profondamente luciferiono, e consideravo [[Lucifero]] come il [[ribelle]] efficace. Così lo sciamanismo mi interessava in quanto sintesi tra le potenze religiose e il dominio delle cose infernali. Bataille, dal canto suo, si trovava in uno stato d'animo pressappoco identico, con la differenza che Bataille voleva diventare veramente uno sciamano. (da ''Lo sciamanismo'' in ''Il Collegio di Sociologia. 1937-1939'', pag. 327)