Nico Perrone: differenze tra le versioni

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*Benché sia uno dei personaggi più affascinanti del risorgimento, è poco conosciuto al di fuori di una cerchia di studiosi. Nella ''vulgata'' ha la fama di traditore, di tutti e di tutto. Non riesco a considerarlo tale. E neppure un trasformista, come viene definito in un libro eccellente. [...] L'autore [...] sa come spiegare raccontando, oltre a saper usare una selva di documenti poco o affatto noti. (da Giordano Bruno Guerri, ''Il Giornale'', 20 novembre 2009)
*Meglio, in politica, avere rappresentato venti bandiere che nessuna? – scrisse pensando a lui Benedetto Croce. Indro Montanelli nella sua biografia di Garibaldi, Luigi Magni nel suo film ''Il generale'' ce lo hanno rappresentato come un simpatico birbante. E anche Nico Perrone [...] ci presenta una non schematica riabilitazione: anche a sorpresa, rispetto a un titolo che sembrerebbe ben altrimenti critico. È vero, riconosce, Liborio Romano era un voltagabbana. Ma non per volgare tornaconto personale, bensì sempre al servizio di progetti autenticamente riformisti. In campo penale, ad esempio, si dovette al suo pur breve passaggio per il governo delle Due Sicilie l'abolizione della pena barbarica delle ''legnate''. E in campo sociale fu promotore alla Camera di una proposta di riforma agraria che forse contribuì al suo isolamento politico più ancora delle troppe giravolte. Naturalmente, molto dipende poi dal modo in cui si vuole valutare il passaggio dal Regno delle Due Sicilie al Regno d'Italia. Perrone non nasconde affatto i nodi dell'Unità, dall'accentramento brutale alla feroce repressione del brigantaggio. Ma non indulge neanche sull'opposta retorica della monarchia borbonica come mitica età dell'oro: prima ancora dei bersaglieri contro i briganti erano stati i soldati di Ferdinando I a tagliare teste in quantità per reprimere la rivolta del Cilento del 1828, e gli investimenti infrastrutturali e industriale che pur la dinastia borbonica aveva fatto si concentravano a Napoli dimenticando il resto del Regno. Romano, a suo modo, era stato appunto fautore di un fallito progetto di riscatto del Sud accettando la nuova logica unitaria, ma salvaguardandone gli interessi specifici. (da ''il Foglio'', 27 luglio 2010)
*Lo storico Nico Perrone [...] ne ha tentato una riabilitazione in un libro che è il più completa sulla sua figura [...]. Nessuno dei suoi critici ha mai dimostrato [...] che nella sua vita abbia mai approfittato delle sue cariche o compiuto malversazioni. Se invece c'è una cosa che la sua storia dimostra, è che al culto del ricordo degli eroi si accompagnano sempre meccanismi di ''damnatio memoriae'', e ciò vale anche per il nostro risorgimento: per questo Liborio Romano appartiene oggi alla schiera degli eroi negativi ed ingombranti dell'unità d'Italia. (da Felice Blasi, ''Corriere del Mezzogiorno'', 22 febbraio 2011)
 
==''Obama''==