Abraham Yehoshua: differenze tra le versioni

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*È affascinante la rapidità, la leggerezza con cui s'è abbandonato il concetto di [[frontiera]], e quindi d'identità e di responsabilità. La letteratura ha partecipato a questa rottura: smettendo l'impegno, qualsiasi tensione morale. Per paura d'essere antiquata. (citato da Francesco Battistini, ''Corriere della sera'', 26 novembre 2008, p. 42)
*Il nostro cosmopolitismo, sì, ha dato frutti sul piano della conoscenza, dell'intelletto. Ma il prezzo esistenziale è stato terribile. (citato da Francesco Battistini, ''Corriere della sera'', 26 novembre 2008, p. 42)
*La [[frontiera]] è responsabile della politica, morale, economia. La tv, la letteratura, l'arte, l'economia, i realtyreality che confondono vita e finzione, tutto oggi è globale, senza confini. (citato da Francesco Battistini, ''Corriere della sera'', 26 novembre 2008, p. 42)
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Cinque stagioni''===
La moglie di Molcho morímorì alle quattro del mattino, e con tutto se stesso Molcho si sforzò di individuare il momento preciso di quella morte cosícosì da inciderlo dentro di sé, perché lui voleva ricordare. Per settimane, perfino per mesi, dopo, quando ripensava a lei, gli pareva di essere davvero riuscito a fondere il momento del suo trapasso (se lo si poteva chiamar cosícosì: trapasso? Molcho era incerto) in una realtà chiara, piena di vitalità, non solo pensiero e sentimento, ma anche luci e voci, come il colore purpureo della stufetta, o quello verde e fosforescente delle cifre dell'orologio elettronico, o il fascio di luce gialla che fluiva dalla porta del bagno e creava grandi ombre nel corridoio, e forse anche la luce del cielo, una luce rosea o eburnea emanata dalla fitta tenebra.
 
{{NDR|Abraham Yehoshua – ''Cinque stagioni'' – Einaudi, Torino, traduzione di Gaio Scaloni}}
 
===''Il responsabile delle risorse umane''===
Nonostante il responsabile delle risorse umane non si fosse cercato questa missione, adesso, nella luce soffusa e radiosa del mattino, ne capiva il significato sorprendente. E quando, accanto al falò ormai moribondo, gli era stata tradotta – e aveva compreso – la richiesta incredibile della vecchia in abito da moncacamonaca, aveva provato un fremito di gioia e la Gerusalemme tormentata e ferita da cui era partito una settimana prima gli era riapparsa in tutto il suo splendore: quello dei giorni dell'infanzia.
 
{{NDR|Abraham Yehoshua – ''Il responsabile delle risorse umane'' – Einaudi, Torino, traduzione di Alessandra Shomroni}}
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===''Il signor Mani''===
– Ma anche se è vero che sono sparita, mamma, sono sparita solo per poco, che ragione avevi di preoccuparti tanto... <br />
– Ma io sí che ho telefonato, mamma. Ho telefonato eccome, mercoledímercoledì sera, da Gerusalemme...<br />
– Certo, mercoledímercoledì ero ancora a Gerusalemme, anche ieri...<br />
– Anche ieri, mamma, , e anche oggi, ma avevo lasciato un messaggio...<br />
– Com'è che non l'hai avuto?<br />
– Oh, Dio santo, mamma, non dirmi che il mio messaggio è andato perso un'altra volta!<br />
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===''L'amante''===
... e noi nell'ultima guerra abbiamo perso un amante. Avevamo un amante, e da quando è cominciata la guerra non lo si trova più, è sparito. Lui e la vecchia "Morris" di sua nonna. Da allora sono passati già più di sei mesi, e di lui non abbiamo saputo più nulla. Noi diciamo sempre: questo è un paese piccolo, una specie di grande famiglia, se uno ci si mette può scoprire legami persino tra le persone più lontane – e invece, come se si fosse spalancato un abisso, una peronapersona è scomparsa senza lasciare traccia, e tutte le ricerche sono state inutili. Se fossi sicuro che è rimasto ucciso, rinuncerei. Che diritto abbiamo noi di ostinarci per un amante ucciso, quando c'è gente che ha perso tutto quello che aveva di più caro – figli, padri e mariti?
 
{{NDR|Abraham Yehoshua – ''L'amante'' – Einaudi, Torino, traduzione di Arno Baehr}}
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===''Viaggio alla fine del millennio''===
Nel secondo quarto della notte Ben-Atar, svegliato da una carezza, immagina in cuor suo che anche nel sonno la Prima Moglie non dimentichi di ringraziarlo del piacere donatole. Nell'oscurità che dolcemente lo avvolge accosta alla bocca la mano che lo accarezza per imprimervi ancora un bacio. Ma la ruvidezza della pelle e il calore irradiato verso le sue labbra lo rendono immediatamente consapevole dell'errore e con disgusto respinge la mano dello schiavo nero che, percependo la repulsione del padrone, scompare. E cosícosì com'è, nudo e pieno di sonno, Ben-Atar è di nuovo colto dall'apprensione per il viaggio.
 
{{NDR|Abraham Yehoshua – ''Viaggio alla fine del millennio'' – Einaudi, Torino, traduzione di Alessandra Shomroni}}