Rome: Total War: differenze tra le versioni

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==''Proverbi, massime ed estratti''==
 
 
===''Proverbio latino''===
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===''Shakespeare: Giulio Cesare, III, 1''===
*"Date l'allarme e scogliete i mastini della guerra!"
 
 
==''Introduzioni della campagna''==
 
 
*'''Giulii''': Per gli dei! Odio i Galli! Anche mio nonno li odiava. Prima ancora che gli cavassero gli occhi. Credi che mi troverei in questa sperduta frontiera senza un buon motivo? Sì, Roma necessita di una frontiera sicura. No, Roma non ha bisogno di luridi barbari alle sue porte. Così, eccomi qui, il capo della famiglia Gulia, a portare l'ordine romano a questi Galli puzzolenti. Vendetta. Anche quella servirà. Questa guerra contro i Galli non durerà a lungo. Ho dei progetti per quando sarà finita. È una questione di potere. Del potere a Roma. Percorrere quella strada significa affrontare i miei avversari. Il Senato. I Greci. Quei Cartaginesi coi loro elefanti. Anche le famiglie dei Corneli e dei Valeri. Dopotutto, chiunque comandi a Roma comanda il mondo! E un giorno io sarò imperatore...
 
*'''Valeri''': Noi Valeri siamo gli unici veri Romani. Abbiamo combattuto per l'Urbe. Siamo tra gli artefici della Repubblica. Perciò la nostra famiglia merita rispetto. Rispetto. E obbedienza. Sappiamo noi cos'è meglio per Roma. Nuove terre. Spazio vitale. Territori. Schiavi. So io ciò che va fatto. I Greci. Guardano tutti noi Romani con sufficienza e ci detestano. Darò loro un motivo per odiarci. Dopo che li avrò ANNIENTATI! L'acciaio romano, questa è la risposta! Acciaio romano in mano ai Valeri. E le altre grandi famiglie romane? I Corneli? Spazzatura. Non hanno rispetto per le tradizioni dell'Urbe, per noi. I Giuli si prostituiscono! Come se la plebe contasse qualcosa. Bah! Noi Valeri DOBBIAMO guidare Roma...
 
*'''Corneli''': La mia famiglia, i Corneli, è prediletta dagli dei. Una vanteria, forse, ma nondimeno vera. In cambio, abbiamo servito Roma, governandola bene e guidando le sue armate alla gloria! Ci è costato caro, malgrado il favore degli dei. Talvolta, l'odio degli uomini è più forte! Molti sono i nostri caduti per mano cartaginese, e alcuni anche per mano greca. Perfino lame romane hanno ucciso dei Corneli. Non lo dimentichiamo né lo perdoniamo. Dunque l'ora è giunta. Gli spiriti dei defunti chiedono un tributo di sangue! Guiderò la nostra famiglia in questa impresa. Gli dei ci concederanno la vendetta! Quando la Sicilia sarà romana, quando Cartagine sarà in ginocchio, quando le altre famiglie di Roma saranno sparite, quando il mondo sarà mio! Allora potrò stare di fronte agli dei e sentirmi degno del loro amore. E degno di governare Roma!
 
*'''Barbari''': Prima che il nonno di mio nonno nascesse, questa era la nostra terra. È una buona terra. I nostri dei vivono qui, negli alberi e nei fiumi. Ci custodiscono. Siamo felici. Cacciamo. Amiamo. Abbiamo famiglie, case, una buona vita. Ma a volte dobbiamo combattere. I Romani disturbano gli dei. Incendiano le foreste. Ci strappano ciò che è nostro: mogli, figli, terre. E i Romani dicono di aiutarci, di proteggerci. Ci cullano con promesse dorate. Al nostro risveglio, tutto ciò che avevamo è sparito, rubato! Prendono i nostri figli e li trasformano in piccoli Romani! Ah! Così ci battiamo per ciò che è nostro, che deve restare nostro! Non può esserci pace. Nessuna pace con i Romani, uomini di pietra, di ferro e di menzogna. Può esserci soltanto guerra.
 
*'''Greci''': I Greci potrebbero dominare il mondo. Alessandro lo fece. Guidò le armate greche fino al lontano Indo. Non gli restava altro da conquistare. Il mondo era suo. Ma Alessandro è morto. Il suo impero dissolto. Così viviamo tempi oscuri. Gli uomini liberi di Grecia si combattono l'un l'altro anziché affrontare i veri nemici, coloro che invidiano tutto ciò che i Greci hanno fatto. Se i morti potessero piangere, Alessandro lo farebbe. Io piangerei al suo posto. Ma continuerei a sperare. Il mondo cambia. Ciò che fu può tornare a essere. Il Fato tesse in continuazione la trama della vita umana. Forse ora gli dei vogliono una nuova grandezza per i Greci. Forse un nuovo Alessandro brandirà la spada. Porterà ordine dove domina il caos. Plasmerà il mondo degli uomini a suo piacimento. Forse...
 
*'''Egiziani''': Sono stato al servizio del faraone per molti, molti anni. Il mio compito è trascrivere ogni sua decisione. Mio padre lo faceva prima di me. E suo padre prima di lui. Abbiamo visto e registrato fedelmente molte cose. Il faraone è il nostro signore e padrone. Egli è Horus rinato e sarà Osiride nell'aldilà. Tutto l'Egitto vive e muore secondo il suo divino volere. Ed è così che dev'essere. Noi siamo suoi figli. Il faraone ci ama tutti. Conquisteremmo il mondo, affinché tutti potessero conoscere la sua saggezza. Perfino se egli non lo chiedesse, lo faremmo. I suoi nemici verranno annientati. La notte e l'oscurità li avvolgeranno. Le sabbie si tingeranno di rosso. E ciò avverrà, poiché il faraone l'ha decretato. Così è scritto. E così sarà.
 
*'''Cartaginesi''': L'altra notte m'ha tenuto desto il pianto dei bambini. E ho avuto una visione spaventosa. Ho visto la caduta della nostra città. Ossa sbiancate sotto il sole impietoso. Cartagine... scomparsa! Perché Baal invierebbe una visione simile? Non è crudele. Si è preso cura di noi. Abbiamo ottenuto molte vittorie in guerra. I nostri mercanti salpano per i quattro angoli del mondo. E tuttavia ora ho paura. Non posso farci niente. Siamo l'invidia dei popoli inferiori. Dicono terribili menzogne sul nostro conto. Non capiscono, perciò mentono. Ma i Romani, sono i maestri della falsità! Verrà la guerra. Ne sono certo. Così non avrò più false visioni. E... credo che stanotte i bambini faranno silenzio.
 
*'''Guerrieri dell'est''': Il deserto è nostro. È la mia casa. Gli invasori arrivano qui, e qui restano. Loro non capiscono il deserto. Non capiscono come esso dia la vita. O come la tolga. Così, muoiono. E noi diventiamo più forti. I morti, si sa, i morti non possono trasmettere la saggezza appena acquisita. Così gli invasori continuano ad arrivare, tentando di prenderci terre e averi. D'altronde, questa terra trabocca di ricchezze. É il debole della nostra gente l'amore per la ricchezza. È più dolce dell'acqua, più potente della spada. Qualunque spada cede davanti a una moneta d'oro. L'oro comprerà mille guerrieri. E mille guerrieri sono senza dubbio l'inizio di un impero!